Archivio per luglio 2011

Risorgimento – 3: Gemma di Vergy di Gaetano Donizetti

L’omaggio di Non solo Belcanto al 150° dell’Unità d’Italia avviene con l’approccio a quattro melodrammi “inusualmente” risorgimentali (Clicca sull’immagine a lato o sul banner nella colonna di destra per leggere gli altri articoli del ciclo).

Il Fatto

Il 1848 coincise, in Italia, con un forte clima di attesa: le aperture riformatrici attuate nello Stato Pontificio, in Piemonte e in Toscana avevano creato forti aspettative nell’opinione pubblica, che si aspettava un’evoluzione dei vecchi regimi tramite la concessione di costituzioni o statuti fondati sul sistema rappresentativo. Il 12 gennaio i primi a ribellarsi furono i siciliani, che si sollevarono a Palermo il 12 gennaio del 1848, costringendo Ferdinando II di Borbone a concedere una costituzione nel Regno delle due Sicilie che venne annunciata il 29 gennaio. La scelta di far partire la rivolta il 12 gennaio non fu affatto casuale, dato che coincideva con il compleanno del re Borbone (nato proprio a Palermo) e ad essa contribuì anche la forte manifestazione popolare scatenatasi al Teatro Carolino di Palermo durante una serie di recite della donizettiana Gemma di Vergy: alle parole del tenore “Mi toglieste e core e mente / patria, numi e libertà” il pubblico proruppe in acclamazione e l’opera non poté proseguire finché la primadonna, Teresa Parodi, non si presentò in scena brandendo il tricolore. La stessa Teresa Parodi sarà protagonista, a febbraio, di una serata al Teatro Carolino in cui eseguirà anche l’Inno Popolare a Pio IX (allora considerato come grande liberale) di Filippo Meucci e Gaetano Magazzari. Le spinte indipendentiste siciliane portarono alla creazione di uno stato indipendente sotto il controllo dei separatisti e con una propria costituzione democratica. Alla guida dello stato venne posto Ruggero Settimo, costretto a fuggire a Malta nel momento in cui l’esercito borbonico riacquistò con la forza, nel 1849, il pieno controllo dell’isola.A Malta Settimo restò fino alla morte, avvenuta nel 1863, anche se nel 1861 gli venne offerta la carica di primo Presidente del Senato del parlamento italiano, carica che Settimo rifiutò per le precarie condizioni di salute.

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Risorgimento: Fratelli d’Italia – 1

Restiamo in clima risorgimentale, prima dei prossimi articoli del ciclo dedicato da Non solo Belcanto al Risorgimento, con quella che personalmente considero la più esaltante e emozionante esecuzione del nostro Inno Nazionale. Mario del Monaco esegue il Canto degli Italiani accompagnato dall’Orchestra e Coro RCA diretta da Franco Ferrara. L’incisione è stata realizzata per un LP celebrativo del 1961 (I canti che hanno fatto l’Italia) recentemente ristampato in doppio cd dalla Sony.

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Risorgimento – 2: Caritea, Regina di Spagna di Saverio Mercadante

L’omaggio di Non solo Belcanto al 150° dell’Unità d’Italia avviene con l’approccio a quattro melodrammi “inusualmente” risorgimentali (Clicca sull’immagine a lato o sul banner nella colonna di destra per leggere gli altri articoli del ciclo).

Il fatto

Tra i moti insurrezionali che interessarono l’Italia negli anni ’40 spicca il coraggioso tentativo di Attilio ed Emilio Bandiera, due giovani fratelli veneziani, entrambi ufficiali disertori della marina austriaca e aderenti alla Giovine Italia (l’associazione sciolta negli anni ’30 e da Mazzini rifondata nel 1840). Agli inizi dell’estate del 1844 entrambi sbarcarono, assieme ad un manipolo di compagni, sulle coste calabresi nell’obiettivo di partecipare alla rivolta popolare contro il governo borbonico. Il gruppo di rivoltosi, tuttavia, comprese da subito che i moti (scoppiati a marzo) erano stati rapidamente sedati, ma i fratelli Bandiera vollero comunque proseguire nella loro spedizione incontrando, tuttavia, la resistenza o, peggio, l’indifferenza delle popolazioni locali. Traditi dal compagno Pietro Boccheciampe, che li denunciò a Crotone, i rivoltosi vennero arrestati dalle guardie austriache alle porte di San Giovanni in Fiore. Pochissime furono le grazie concesse dal re Ferdinando II e nove partecipanti alla spedizione furono condannati a morte. I fratelli Bandiera con altri sette compagni vennero fucilati nei pressi di Cosenza il 25 luglio 1844 e si avviarono provocatoriamente al patibolo cantando un coro dall’opera Caritea, Regina di Spagna di Saverio Mercadante (nota anche con il titolo di Donna Caritea) che recitava: “Chi per la patria muor vissuto è assai!”. Nonostante non fosse stata organizzata da Mazzini (che, anzi, aveva espresso pareri negativi sull’opportunità di simili iniziative) il fallimento della spedizione riaccese le polemiche dei moderati, che criticavano aspramente le fallimentari insurrezioni ispirate dai repubblicani e, di conseguenza, l’operato e i metodi mazziniani.

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Risorgimento – 1: Otto mesi in due ore ossia Gli Esiliati in Siberia (ossia Elisabetta ecc ecc) di Gaetano Donizetti

L’omaggio di Non solo Belcanto al 150° dell’Unità d’Italia avviene con l’approccio a quattro melodrammi “inusualmente” risorgimentali (Clicca sull’immagine a lato o sul banner nella colonna di destra per leggere gli altri articoli del ciclo).

Il fatto

Le insurrezioni del 1831, avvenute nei Ducati e di Modena e Parma (nonché in una parte dello Stato Pontificio) furono legate a doppio filo alla rivoluzione  dell’anno precedente avvenuta in Francia: infatti da un lato i moti italiani furono una conseguenza più o meno diretta di quelli francesi mentre dall’altro la stessa rivoluzione di luglio in Francia appariva come il risultato di una trama ordita proprio nel ducato di Modena e ambiguamente appoggiata dal duca Francesco IV. Francesco IV sperava infatti di sfruttare i disordini politici per creare un regno di cui potesse porsi a capo nell’Italia centro-settentrionale e, a tal fine, entrò in contatto con le società segrete dell’epoca, soprattutto con il carbonaro Enrico Misley e con Ciro Menotti, il quale auspicava un’Italia unita sotto una monarchia costituzionale. L’esito della rivoluzione di luglio, tuttavia, convinse Francesco IV ad abbandonare ogni progetto cospirativo nella certezza che l’Austria non avrebbe accettato nessun cambiamento nella situazione politica italiana: i contatti con i cospiratori vennero mantenuti ma solo per agevolare il blocco dell’imminente insurrezione. Il 3 febbraio 1831, infatti, i capi della congiura furono arrestati su ordine del duca mentre erano riuniti in casa di Menotti. La rivolta, tuttavia, scoppiò lo stesso il giorno successivo, ma a Bologna, dilagando poi in Romagna nonché a Parma e Modena (dove originariamente avrebbe dovuto avere inizio). Una marcia dal III Atto dell’opera Gli Esiliati in Siberia di Gaetano Donizetti, programmata a Modena in quel periodo, divenne l’inno dei rivoltosi, facendo sì che la censura imponesse l’immediata cessazione delle repliche. Francesco IV fuggì dalla città ma, nonostante l’iniziale successo, le divisioni interne degli insorti e la mal riposta fiducia in un intervento orleanista limitarono fin da subito le possibilità di riuscita dei moti: per le truppe asburgiche fu facile attravsersare i territori e sconfiggere i ribelli a Rimini, favorendo il ritorno all’ordine. I rivoltosi furono vittime di dure repressioni: Ciro Menotti venne impiccato nel maggio dello stesso anno.

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Risorgimento: Ditelo con i fiori

Un intermezzo musicale all’interno del ciclo dedicato da Non solo Belcanto alle opere “risorgimentali” con un’aria dell’insospettabile Rossini (considerato da sempre, giustamente, l’emblema musicale della Restaurazione) tratta da Bianca e Falliero. L’opera debuttò al Teatro alla Scala di Milano nel 1819 ma appare interessante notare come, nella ripresa del 1831, la censura abbia preteso il cambiamento del testo dell’aria cantata dalla protagonista nel I Atto. Il motivo non è difficile da ipotizzare: la combinazione di colori (rosso, bianco e verde) con cui Bianca crea la sua ghirlanda non era affatto casuale e dovette apparire così sgradita da essere sostituita con una più blanda dichiarazione d’affetti e di fedeltà.

Bianca – Gianna Rolandi

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Risorgimento – 0: Filosofia della Musica di Giuseppe Mazzini

L’idea di dedicare un ciclo di articoli alla musica del Risorgimento mi frullava nella testa già da un po’, soprattutto dopo aver notato la vera e propria scorpacciata verdiana che i teatri hanno programmato nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. L’omaggio di Non solo Belcanto alla musica che ha contribuito ad unire il nostro paese vorrebbe, tuttavia, essere particolare, non tanto per distinguersi nel mare magnum del web ma soprattutto perché (ferme restando l’importanza e il ruolo del Cigno di Busseto che non intendo minimamente mettere in discussione) l’obiettivo è quello di sollevare un po’ di interesse anche sugli altri autori che, volenti o nolenti, si sono trovati coinvolti negli eventi storici e nelle vicissitudini in cui si è formato il nostro paese nel XIX secolo. Il ciclo Risorgimento è nato da questa ambizione e si propone, nei limiti forniti da un blog che non ha nessuna pretesa di verità assoluta, di stimolare la curiosità nei confronti di quattro opere oggi in gran parte dimenticate, ma che in realtà ebbero una grande importanza negli anni ’30 e ’40 dell’800: quattro posts dedicati a quattro opere (ognuna collegata a un evento storico), dunque, che saranno pubblicati fino ai primi di agosto e un post “zero” (il presente) con funzione di Introduzione, oltre a qualche segnalazione e proposta di ascolto, formano l’omaggio di questo neonato blog alle celebrazioni per i “primi” 150 anni dell’Italia unita, con l’augurio che quanti ne bramano la divisione non conoscendone la storia, il patrimonio culturale e la ricchezza artistica (e sono molti, anche in Parlamento) possano allegramente andare a quel paese. Poi si potrà discutere sull’opportunità di un’unificazione così come è stata condotta (di fatto celebriamo in questo 2011 i 150 anni del Regno d’Italia, più che dell’Unità), possiamo discutere sulle storie dei briganti e sulla (mala) gestione del problema del Mezzogiorno, palesatasi fin dai primi anni del Regno… si tratta di fatti veri, storici e documentati che non intendo negare in nome di ciechi nazionalismi. Ma la Storia, quella con la S maiuscola, passa anche (perdonatemi la presunzione) dalla conoscenza della Storia delle Arti e, di conseguenza, della Storia del Melodramma: spero quindi che questo ciclo di post possa risultare di qualche interesse.

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Upcoming

A breve su queste pagine un viaggio nel Risorgimento: quattro eventi storici e quattro opere liriche ad essi collegate.

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