Uno dei contributi più appassionanti alla causa mozartiana che sono stati lasciati “in eredità” dalla messe di pubblicazioni realizzate tra il 2005 e il 2006 è, senza dubbio, questo splendido e documentatissimo volume a cura di Lidia Bramani: Mozart massone e rivoluzionario edito dalla Mondadori. Si tratta di una lettura molto impegnativa, ma illuminante e documentatissima, grazie alla quale viene smontato il mito di un Mozart chiuso nella sua arte e nel suo mondo un po’ ridanciano e disincantato (un mito alimentato anche dal film Amadeus di Milos Forman, film peraltro splendido) per indagare gli aspetti più curiosi del Mozart politico e massone. Il libro è documentatissimo e corredato da un imponente apparato di note che, se da un lato rende la lettura a tratti un po’ faticosa, dall’altro vede ripagata la fatica con una mole impressionante di dati e di documentazione, che ci restituiscono un Mozart dedito agli ideali illuministi di uguaglianza e libertà, “fervente anticlericale che pure coltivò una forte visione sacrale dell’esistenza”, come si legge nella quarta di copertina. L’analisi del pensiero filosofico e culturale mozartiano parte dall’analisi della sua biblioteca e consente un viaggio nell’ambito della letteratura illuminista che è solo il preludio alle precise e minuziose analisi dei capolavori operistici della maturità. Nella maggior parte dei casi, quando la Bramani si addentra nella biblioteca mozartiana, si tratta di libri oggi sconosciuti: il Télémaque di Fénelon, il Sethos di Terrasson, la Virgils Aeneis travestiert di Aloys Blumauer sono tutti testi che, oggi, dicono poco o nulla all’appassionato di musica lirica, ma si tratta di volumi che da Mozart furono letti, amati e ammirati, tanto da far penetrare nelle sue opere, anche le più insospettabili, quegli ideali massonici di pacifismo, uguaglianza e libertà che ci sembrano ancora oggi così moderni.
Il libro, come accennavo, si segnala per l’imponente mole di dati e di riferimenti che ne rende praticamente impossibile un riassunto: basti dire che ai primi due capitoli (dedicati rispettivamente alla letteratura e all’etica di Mozart massone, nonché al percorso della sua iniziazione) seguono le approfondite analisi di Nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte, Die Zauberflöte e La Clemenza di Tito. Per ogni opera la Bramani propone una lettura basata sulla minuziosa conoscenza della letteratura mozartiana (lettere e documenti) nonché della produzione letteraria e filosofica del ‘700: ogni lavoro viene perfettamente calato all’interno della sua epoca e la presenza di precisi riferimenti culturali permette spesso di scoprirne lati estremi e affascinanti, come è il caso di Così fan tutte, felicemente definito “un esperimento di alchimia affettiva”.
Così fan Tutti/e
L’approfondita esplicazione dei numerosi riferimenti massonici presenti nell’apparente levità della commedia consente di gettare una luce di interesse sulla piccola prova privata (antecedente il debutto ufficiale) che Mozart diede durante la Notte di San Silvestro nel suo alloggio della Judenplaz davanti a una ristretta e selezionatissima cerchia di ammiratori e amici che comprendeva anche due confratelli massonici, il commerciante Puchberg e Franz Joseph Haydn. È certo probabile che la prova fosse stata organizzata come un modo per richiedere un anticipo di denaro, date le problematiche condizioni economiche mozartiane dell’epoca, ma l’opera, in realtà, cela dentro di sé molteplici riferimenti culturali, massonici e non, che spiegherebbero la presenza interessata dei due confratelli, chiamati ad assistere in anteprima all’evento. Tutti questi variegati riferimenti culturali (le Mille e una Notte, Ariosto, Molière, oltre alle opere di Christoph Martin Wieland, alla presenza di Mesmer e alle “nozze chimiche” di Christian Rosenkreutz) sono descritti dalla Bramani con precisione estrema, consentendo un approccio più consapevole e interessante all’opera che, a torto, è stata spesso definita come la meno interessante all’interno della cosiddetta trilogia Mozart-Da Ponte.
Non mancano inoltre riferimenti alle opinioni politiche di Mozart: si va dal progetto di una loggia massonica (che si sarebbe dovuta significativamente chiamare “Grotta”) al vero e proprio manifesto politico improntato alla libertà e all’uguaglianza che si trova nella scelta e nella rilettura del soggetto della Clemenza di Tito.
Un libro, quindi, impegnativo, che però si rivela come uno dei contributi più originali e persuasivi prodotti dalle celebrazioni del 2006; non credo che le interpretazioni date dalla Bramani dei cinque titoli operistici mozartiani possano considerarsi come definitive, dato che uno dei tratti più geniali e sfuggenti del salisburghese (l’ambiguità nella descrizione dei sentimenti dell’uomo) risulta un po’ sacrificato dall’impostazione scientifica del poderoso volume ma, nondimeno, si tratta di interpretazioni e riletture interessantissime e fondate su basi storiche improntate al massimo rigore. Che Mozart sia anche altro è, per quanto mi riguarda, scontato, ma non è sbagliato accostarsi all’epoca storica in cui si sviluppò la sua creatività di artista, soprattutto se descritta con simile vivezza e ricchezza di particolari. Un volume che merita l’impegno della lettura e uno dei libri musicali più appassionanti prodotti in Italia negli ultimi anni.
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