Archivio per ottobre 2012

Dieci anni del Teatro delle Muse di Ancona

In un momento di crisi come quello presente è molto bello sapere che ci sono teatri, riaperti da poco, che festeggiano i loro “primi” (c’è da augurarselo) dieci anni di attività, come è il caso del Teatro delle Muse di Ancona che domani, 28 ottobre, proporrà al suo pubblico un bel Concerto per il decennale che vedrà protagonisti i soprani Jessica Pratt, Carmela Remigio e Dimitra Theodossiou con la partecipazione di Paolo Fanale che nell’occasione riceverà il Premio Internazionale “Franco Corelli”. Il Concerto chiuderà una giornata che sarà interamente dedicata al Teatro delle Muse con una serie di interessanti iniziative, molte delle quali a ingresso gratuito. Per celebrare l’avvenimento è anche prevista una raccolta di cartoline (raffiguranti gli spettacoli più belli di questi dieci anni di musica) sulle quali si potrà ricevere fino alle 21 lo speciale annullo postale previsto per l’occasione. Le Muse sono anche sul mercato discografico con due incisioni Bongiovanni dedicate al repertorio bel belcanto: la Norma belliniana allestita nel 2004 e la Lucrezia Borgia donizettiana del 2010. A poche ore dalla morte del compositore Hans Werner Henze la celebrazione delle Muse serve anche a ricordare questo artista, di cui nel 2005 il massimo dorico allestì Elegy for young lovers in un bellissimo spettacolo di Pier Luigi Pizzi.

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Belisario e la revisione di Ottavio Sbragia

Belisario di Gaetano Donizetti ha conosciuto e sta conoscendo, in questo 2012, una sorta di (limitata) rinascita: Belisario è stato infatti allestito dal Bergamo Musica Festival 2012 (leggi qui la mia recensione su OperaClick) come titolo inaugurale di quest’anno e dalle recite orobiche, interpretate da Donata D’Annunzio Lombardi, Dario Solari, Andeka Gorrotxategui, Annunziata Vestri e Francesco Palmieri con la direzione di Roberto Tolomelli e la regia di Luigi Barilone, verrà montata e edita la prima realizzazione in dvd del capolavoro donizettiano. L’opera è anche in corso di incisione per la benemerita casa inglese Opera Rara, che ne sta realizzando la prima registrazione in studio assieme a una rappresentazione in forma di concerto alla Barbican Hall di Londra con la BBC Symphony Orchestra diretta da Mark Elder e un cast composto da Joyce El-Khoury, Nicola Alaimo, Russell Thomas, Camilla Roberts e Alastair Miles. In entrambi gli allestimenti è stata utilizzata l’edizione moderna a stampa dell’opera realizzata dallo studioso Ottavio Sbragiache ormai da moltissimi anni si sta dedicando con cura a questo misconosciuto capolavoro donizettiano. Le rappresentazioni orobiche e londinesi del 2012 non sono, tuttavia, le prime ad aver utilizzato il lavoro di Sbragia dato che, come informa il blog del curatore, l’edizione è stata utilizzata nel 2000 da Opera Rara per il disco Bel Canto Portrait nonché allestita nel 2004 al Fletcher Opera Institute North Carolina e nel 2011 rappresentata in forma di concerto alla Queen Elizabeth Festival Hall di Londra, con il Chelsea Opera Group sotto la direzione di Richard Bonynge e l’Antonina di Nelly Miricioiu. Per saperne qualcosa di più ho inviato qualche domanda via mail al Dott. Sbragia, domande cui ha risposto con grande cortesia e disponibilità, ed è con la pubblicazione di questo “carteggio” che intendo inaugurare questa nuova rubrica di interviste del blog, che intende raccogliere le testimonianze di studiosi, musicologi e/o anche semplici appassionati sugli aspetti più curiosi, particolari e interessanti del mondo del Primo Ottocento italiano.

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Iron Lady

Difficile allestire un’opera che porta in scena personaggi storici realmente esistiti, ancor più difficile se si parla di un’opera composta nella prima metà dell’Ottocento che, quindi, è declinata secondo la scansione a numeri tanto cara al mondo melomane quanto ostica, per il bagaglio di problemi che reca con i da capo e ripetizioni, ai registi. Un piccolo miracolo riuscì a Christof Loy quando allestì nel 2004, per il Teatro di Monaco, il “suo” Roberto Devereux di Gaetano Donizetti con l’Elisabetta di Edita Gruberová. La simbiosi tra intenzioni del regista, carisma della primadonna e capacità di “cucire” uno spettacolo evidenziando le caratteristiche migliori di un’artista che, sebbene declinante, conservava ancora molte frecce al proprio arco diede luogo a una creazione artistica estremamente avvincente, prontamente fissata in dvd dalla Deutsche Grammophon e ancora oggi in repertorio alla Bayerische Staatsoper di  Monaco. Loy, servendosi del carisma peculiare della Gruberová, ha capito che di storico, nell’Elisabetta I dipinta da Donizetti e Cammarano c’era poco o niente (e fin qui nessuna novità) ma si è chiesto come poter rendere un’Elisabetta della nostra epoca: il risultato è un personaggio sospeso tra Bette David e Margaret Tatcher, una donna di potere sicura e autoritaria, ma anche grottesca e sola nelle sue smanie ormonali e amorose. La scelta di trasporre l’ambientazione in un presente inglese, con una regina – primo ministro tutto fare, serve quindi al meglio le ragioni di un’opera per cui il direttore Friedrich Haider (alla guida dei complessi monacensi nell’esecuzione fissata in dvd) ha usato addirittura l’aggettivo espressionista, chiamandola “l’Elektra del Belcanto”. Il tutto, ovviamente, non sarebbe stato possibile senza la presenza della Santa di Bratislava: primadonna assoluta, ma attrice non sempre all’altezza della suprema vocalista, la Gruberová, firma una delle sue più compiute realizzazioni scenico musicali, trasferendo i manierismi del suo canto (non sempre impeccabile) nella raffigurazione di una vera donna sull’orlo di una crisi di nervi, potente di fatto e fragile nell’intimo, il che (a ben vedere) è anche il segreto del capolavoro donizettiano.

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Santo di Patria

Il 10 ottobre 1813 nasceva Giuseppe Verdi e nella stessa data, ma nel 2010, moriva Joan Sutherland. Li ricordo entrambi con una delle più spettacolari incisioni del soprano australiano (di cui ho anche parlato qui). Buon ascolto.

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Ancora su Dionilla Santolini

Vi siete persi la mostra Violetta, Carmen, Mimì – Percorsi al femminile dallo Sferisterio ai musei civici di Macerata a cura di Francesca Coltrinari? Peccato, perché ormai è chiusa, dopo aver toccato quasi 4.000 presenze e con un bel successo di pubblico. Finita la mostra restano, però, i suoi frutti, come la riscoperta del contralto maceratese Dionilla Santolini (1813 – 1885) e della sua carriera affascinante; Dionilla è stata, infatti, tra le protagoniste della sezione Dietro le quinte della mostra, in cui sono state esposte una serie di litografie di cantanti ottocentesche transitate per le Marche e, in particolare, a Macerata. Proprio per parlare un po’ di Dionilla (tra le altre cose primo Garzia nella Sancia di Castiglia di Donizetti) sono intervenuto nella puntata odierna della trasmissione radiofonica Il ridotto dell’opera a cura di Giorgio Appolonia, che sentitamente ringrazio per l’opportunità e la fiducia (sperando di essere stato all’altezza della situazione): il podcast della puntata dovrebbe essere a breve disponibile qui per l’ascolto e qui per il download. Edit dell’8 ottobre 2012: il podcast è disponibile (puntata del 06.10.12 – Regina da melodramma – 53.78MB)

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