Archivio per 9 febbraio 2013
Emilio Sala: Il valzer delle camelie
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Biblioteca / Discoteca, Giuseppe Verdi, La traviata, Libri, Operisti dell'Ottocento il 9 febbraio 2013
Tra le varie pubblicazioni verdiane che, negli anni, hanno arricchito gli scaffali dei negozi un posto d’onore merita Il valzer delle camelie – Echi di Parigi nella Traviata di Emilio Sala, pubblicato nel 2008 dalla Edt Musica all’interno della sua collana Improvvisi. Il libro di Sala si propone di contribuire a sfatare il mito di un Verdi ruspante e popolareggiante, il famoso Verdi dall’alito con “un sano odor di cipolla” come amava ricordare Bruno Barilli nel sottolineare la natura contadina del compositore. Verdi stesso, del resto, amava essere considerato un contadino, ed è bene ricordare e ribadire quanto lui stesso abbia contribuito alla stesura di questa sua immagine agiografica e mitica. Una leggenda, comunque, dato che Verdi è ovviamente molto di più: Verdi è un autore che non ha melodrammatizzato gli italiani (che ci piaccia o no siamo già abbastanza melodrammatici di nostro) ma è stato tra i più raffinati interpreti di un’epoca complicata e convulsa, attento alle sollecitazioni più raffinate del teatro europeo. Un indagine di questo ampio aspetto di Verdi è presente nel libro di Sala, che si configura come un affascinante viaggio nell’universo culturale, musicale e teatrale della Parigi ottocentesca, alla ricerca di quanto possa aver ispirato il compositore nella creazione di una delle sue eroine più popolari e commoventi. L’indagine (dalla Bibliografia imponente) è comunque articolata in una scrittura snella e avvincente, affrontando prima il problema del mélodrame e del teatro di boulevard, proseguendo quindi con un viaggio tra i valzer e le polke dell’epoca per terminare con un’indagine delle vere e proprie reminiscenze musicali presenti nell’opera. Non mancano nemmeno, ovviamente, riferimenti precisi e presenti a Marguerite Gautier e alla “vera” Violetta, quella Marie Duplessis che con la sua storia avrebbe segnato in maniera così indelebile la cultura europea del tempo.
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