Archivio per Maggio 2013

L’altro Verdi: Quartetto in mi minore

In the SouthSono ripetitivo, lo so, ma credo che gli anniversari possano essere spesso una terribile arma a doppio taglio: con l’intento di celebrare e ricordare l’arte di un musicista si rischia, a causa del sovrapporsi di iniziative fin troppo variegate e spesso non gestite con la cura che meriterebbero, una sorta di sovraesposizione mediatica che nuoce, più che giovare, alla memoria di chi si vorrebbe celebrare. Questo è il rischio che si corre, in questo 2013, con il profluvio di allestimenti di traviata, Aida, Rigoletto che saranno messi in scena in Italia e nel mondo in omaggio ai 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi, come se le sue opere non fossero tra le più rappresentate di sempre. Proprio per questo meritano una segnalazione anche altri tipi di omaggio, forse in apparenza meno spettacolari, ma senz’altro più ricercati e con il merito, tutt’altro che secondario, di gettare spesso una nuova luce su aspetti meno conosciuti di autori che si crede di conoscere a menadito. Il nuovo album del Brodsky Quartet edito dalla Chandos è uno di questi casi: all’interno di una scaletta musicale molto affascinante e ben costruita, infatti, il gruppo inserisce l’esecuzione del grande Quartetto in mi minore di Giuseppe Verdi, strana e curiosa incursione del bussetano nel mondo della musica da camera. Di per sé la composizione di un quartetto d’archi da parte di un grande operista italiano del XIX secolo non sarebbe una notizia molto strana: Gaetano Donizetti, tanto per citare un solo nome, ne scrisse addirittura diciotto, alcuni dei quali veramente molto belli e particolari; quello che colpisce nella composizione di Verdi, però, è il fatto che sia stata scritta in un momento storico molto particolare (1873), quando cioè in Italia ferveva la discussione sull’opportunità o meno di fornire finanziamenti pubblici ai teatri e ai Conservatori mentre la fondazione di molte Società del Quartetto aveva creato una sorta di snobismo dilagante nei confronti della “volgare” opera lirica, considerata inferiore alle lusinghe della musica da camera. L’opinione di Verdi era che lo stato dovesse finanziare i teatri con la produzione di nuove opere: allora i grandi compositori e i grandi musicisti non sarebbero certo mancati, dato che era l’opera lirica il genere in cui la produzione musicale italiana poteva eccellere, a dispetto di chi cominciava a snobbarla in favore delle lusinghe della musica strumentale d’oltralpe.

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I vespri di Capaci

dvd_vespri_1600In questo anno di celebrazioni verdiane anche le edicole sono in prima linea nell’omaggiare il Genio di Busseto. Nell’ambito della serie Viva Verdi de La Repubblica e L’Espresso voglio segnalare l’uscita in edicola (avvenuta ieri, venerdì 17 maggio) de I vespri siciliani nell’edizione andata in scena al Teatro Regio di Torino nel marzo 2011, in occasione dell’inaugurazione delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia. L’allestimento di Davide Livermore (di cui ho già parlato nel blog, peraltro in uno dei primissimi articoli pubblicati) è uno degli spettacoli più belli, intensi e appassionanti che ho mai visto; vero esempio di teatro civile e politico, nel senso più alto e nobile del termine, peraltro (come informa il sito del Teatro Regio) unica opera italiana presente nella Top 10 Musical Events del 2011 di Musical America. Mi sento, pertanto, di consigliare l’acquisto di questo splendido dvd, che sarà disponibile nelle edicole fino a giovedì 23 maggio, sia per l’allestimento che per l’eccellente esecuzione musicale: Maria Agresta e Gregory Kunde, difatti, sono bravissimi, al pari di Ildar Abdrazakov: ascoltarlo intonare “O tu Palermo” mentre dal buio della scena emergono le macchine dilaniate della strage di Capaci è uno dei momenti memorabili del dvd; meno interessante appare invece Franco Vassallo ma, in compenso, è molto bella la direzione di Gianandrea Noseda. Sapevo che lo spettacolo sarebbe dovuto uscire per la Arthaus Musik, come indicato anche da Elvio Giudici nel suo Il Teatro di Verdi in scena e in dvd, ma visto che l’uscita nei negozi di dischi sembra ritardare è meglio approfittare di questa opportunità offerta dalle edicole.

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TuttoVerdi – I lombardi alla prima crociata

I-LombardiDVD_FrontCoverIl quarto volume di TuttoVerdi della CMajor prosegue nel buon livello complessivo sul quale si era attestato anche il Nabucco. L’edizione proposta nel dvd venne registrata al Teatro Regio di Parma nel gennaio 2010, anche se lo spettacolo di Lamberto Puggelli risale, in realtà, al 2003: io vidi dal vivo entrambe le serie di recite e ricordo lo spettacolo come uno dei più intelligenti, pur nella sua semplicità, che si potessero immaginare per un’opera affascinante ma complessa come I lombardi alla prima crociata. Rispetto al debutto, la ripresa del 2010 vide scomparire (per fortuna di pubblico e cantanti, oltre che degli operatori di ripresa) l’irritante siparietto trasparente che accompagnava la quasi totalità dell’azione. Inalterato, per il resto, il fascino di uno spettacolo semplice ma, al tempo stesso, monumentale, in cui domina l’intera scena l’elemento di un enorme muro di sfondo, su cui si intervallano proiezioni di guerre antiche e moderne, di scenografie esotiche e quadri (tra cui Guernica di Picasso). Particolarmente emozionante il finale, quando il muro si apre e appare, luminosissima e splendente, l’immagine di Gerusalemme come un gioiello incastonato tra le colline, mentre le vittime della guerra si alzano e si abbracciano. L’esecuzione musicale, integrale, può contare sulla bella e vigorosa direzione di Daniele Callegari e sull’eccellente Pagano di Michele Pertusi. Sempre bella la voce di Francesco Meli, dal canto in questa occasione abbastanza controllato nei panni di Oronte, e non male nemmeno Dimitra Theodossiou, che in Giselda ha sempre trovato uno dei suoi personaggi migliori. La voce, a onor del vero, ha perso la freschezza delle recite fiorentine del 2005 e molti (troppi) pianissimi sono sempre al limite della rottura, perché lanciati privi di appoggio nel tentativo di emulare la Caballé (bruttina, in particolare, la preghiera del I Atto). La parte di Giselda, tuttavia, è affrontata con slancio coinvolgente, cantata senza sconti e, alla fine, condotta in porto più che onorevolmente. Ben scelti, infine, i numerosissimi ruoli minori. Un dvd da conoscere.

(5 – continua)

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TuttoVerdi – Nabucco

NabuccoDVD_FrontCover1Con il terzo volume del progetto TuttoVerdi della CMajor, finalmente, si assiste a un dvd che è in grado di dire qualcosa di nuovo e di interessante su un’opera popolare e plurifrequentata come il NabuccoMichele Mariotti diresse il Nabucco nell’ambito del Festival Verdi 2008 a Reggio Emilia, in un’interpretazione che trovai molto curata dal punto di vista strumentale, ma poco incisiva da quello drammatico, come se il giovane direttore avesse impostato la sua lettura in una concezione “a numeri” che, nel valorizzare in maniera inedita e spesso entusiasmante molti particolari, perdeva un po’ in tensione drammatica. Quando l’allestimento di Daniele Abbado venne ripreso l’anno successivo per il Festival Verdi 2009, ma stavolta al Teatro Regio di Parma, andai quindi a teatro con alcune perplessità, sia per quanto ascoltato l’anno prima sia circa la necessità di una ripresa a così breve distanza: trovai invece la lettura di Mariotti ugualmente persuasiva dal punto di vista strumentale ma enormemente maturata da quello drammatico, riuscendo il direttore pesarese a serrare la narrazione in un arco emozionante e coeso. La stessa emozione di quella recita la ritrovo in questo dvd, che vede proprio nella direzione di Mariotti il suo punto di forza. Nel cast spicca soprattutto la prova di Leo Nucci, dalla voce invecchiata ma interprete ancora di forte carisma (alla prima ricordo che pesò la fatica dell’alternanza con I due Foscari che erano previsti a giorni quasi alterni, ovviamente nel dvd hanno scelto le serate migliori per la pubblicazione), mentre Dimitra Theodossiou non evita numerose forzature, pur cantando la parte integralmente e senza cedimenti vistosi. Abbastanza buono lo Zaccaria di Riccardo Zanellato, anche se non sempre così autorevole come la parte richiederebbe (ma l’orchestra soccorre moltissimo) e bene anche la coppia degli amorosi. La regia di Daniele Abbado non disturba ma nemmeno si segnala per particolari meriti: alcune inquadrature sono molto suggestive (con l’enorme muro della scena a consentire bei tableaux vivants) ma la scelta di non distinguere ebrei e babilonesi tra il coro conduce a qualche momento di confusione visiva. Alto il livello tecnico delle riprese video di Tiziano Mancini e della realizzazione, che si segnala soprattutto (lo ribadisco) per la maiuscola prova direttoriale di Mariotti. Evitabile (dal mio umilissimo punto di vista) la pubblicazione del siparietto  durante gli applausi finali con il pubblico che urla “Viva Verdi” e Nucci che accosta la mano all’orecchio…

(4 – continua)

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TuttoVerdi – Un giorno di regno

Un-GiornoDVD_FrontCoverSecondo volume del progetto TuttoVerdi della CMajor è il dvd del bistrattato Un giorno di regno, lavoro celebre per il fiasco del suo debutto, fiasco che, per lungo tempo, condizionò pubblico e critica nel giudicare l’opera in questione francamente brutta e deludente. In realtà Un giorno di regno ha dimostrato di essere un lavoro comico non privo di bei spunti e decisamente godibile, a patto però di radunare un cast di artisti motivati ed entusiasti, in grado di mascherare per quanto possibile le debolezze della composizione. Un giorno di Regno, difatti, non è un’opera brutta ma, certamente, è un’opera debole ed ha, quindi, bisogno dell’intervento degli interpreti. Pier Luigi Pizzi lo sapeva e, nel 1997, creò a Parma uno spettacolo bellissimo, tra i suoi migliori, che spostava l’ambientazione della vicenda dalla Polonia del libretto di Felice Romani alla stessa Parma, configurando scenografie e narrazione come un felicissimo omaggio alla città ducale e alle sue atmosfere particolarissime e nebbiose. Dopo quindici anni lo spettacolo non ha perso nulla del suo fascino originario ed è il punto di forza del dvd in questione, visto che le belle riprese di Tiziano Mancini riescono a valorizzarlo con grande eleganza. Bella e frizzante anche la direzione di Donato Renzetti, che non ricerca inutili anticipazioni del Verdi che verrà ma racconta la vicenda con scioltezza e souplesse. Il problema, inutile nasconderlo, è nel cast, un problema acuito dalla pubblicazione, a cura della Hardy Classic, della ben altrimenti riuscita videoregistrazione del 1997 (sia pur con un livello tecnico inferiore) che si pone come ineludibile termine di paragone. Di fatto la sola Anna Caterina Antonacci, replicando la sua riuscitissima Marchesa del Poggio, si pone su vertici di eccellenza, anche se la voce si è fatta decisamente meno fluida e più dura rispetto al debutto. Molto bravo è pure Paolo Bordogna, ma la parte del Signor La Rocca è molto limitata nell’economia dell’opera. Gli altri sono tutti attori convincenti e di piacevole figura, ma non hanno quella fantasia di fraseggio che pure sarebbe necessaria in questa commedia degli equivoci: Alessandra Marianelli, a onor del vero, cerca di interpretare con brio, ma l’esecuzione vocale è piuttosto dura, mentre il protagonista, Guido Loconsolo, canta in maniera discutibile (la sua cavatina d’entrata scoppietta decisamente poco) e l’emissione piuttosto pesante gli preclude anche il necessario lavoro sulla parola.

(3 – continua)

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