Ricordo abbastanza bene le recite della Giovanna d’Arco allestita al Festival Verdi di Parma del 2008, contenuta nel settimo volume del ciclo TuttoVerdi della CMajor. Non fu una produzione facile, soprattutto per le contestazioni che, alla prima, colpirono la protagonista Svetla Vassileva, mentre alcune delle repliche videro l’assenza del baritono Renato Bruson, sostituito comunque in maniera più che onorevole da David Cecconi. Molti appassionati parmigiani ricordano ancora con orrore (o quasi) la performance della bella Svetla: non so che dire, mi limito a registrare l’informazione ma non condivido affatto. Innanzitutto prestazioni ben peggiori si sono udite a Parma (una è anche contenuta in questo dvd ed è quella dello scialbo tenore Ewan Bowers, che non è un grande attore ma neanche un grande cantante… ma davvero non c’era di meglio per Carlo VII?) e sono passate senza segni visibili di riprovazione, inoltre la Giovanna della Vassileva non mi sembra affatto un disastro. È vocalmente inadatta, ovviamente, perché un buon soprano lirico (per quanto educato) non può risolvere le difficoltà di una parte così lunga e strana, ricca di slanci drammatici e di coloratura, se non a prezzo di forzature varie. Eppure, fermo restando che a mio parere non si ascolta nulla di veramente riprovevole, lo slancio e la cura nella costruzione di un personaggio esaltato e fragilissimo (trattandosi di un video aiuta molto anche la bellezza della figura e la proprietà del gioco scenico) compensano molti dei limiti vocali nella creazione di una Giovanna dolcissima e mistica, molto originale nella sua insicurezza di fondo, espressa anche da un viso di attrice molto mobile. Certo, le grandi cabalette verdiane necessiterebbero di ben altra “polpa” vocale e di una robustezza vocale che la bella Svetla, con la sua delicata voce lirica, non ha, ma il lavoro sul personaggio è ammirevole e, per mio conto, ricco di grande comunicativa. Accanto a lei spicca Renato Bruson, ancora grandissimo interprete e con molte frecce al proprio arco vocale, oltre alla splendida direzione del compianto Bruno Bartoletti.
Fu questa, forse, l’ultima produzione in cui il Festival Verdi tenne fede al suo ruolo culturale, con una cura filologica dello spettacolo in grado di distinguersi da un allestimento previsto in una “normale” stagione lirica. Infatti si presentava per la prima volta la nuova edizione critica dell’opera, con il libretto privo di interventi censori (ne ho parlato anche in questo post), un’edizione eseguita da Bartoletti con grande amore in una lettura splendida per tensione drammatica e sostegno al canto, con tempi sempre giusti ma senza rinunciare all’impeto quarantottesco di una musica trascinante come poche. Poca volgarità, moltissima passione e un immenso istinto musicale: queste le qualità migliori del Bartoletti direttore, recentemente scomparso, espresse al meglio in questa bellissima Giovanna d’Arco: ci mancherai, Maestro. L’impeto della direzione e della musica era tradotto dal regista Gabriele Lavia in un siparietto – scena unica raffigurante un assalto di cavalleria risorgimentale, all’interno del quale pochissimi elementi (oltre agli splendidi e curatissimi costumi) permettevano cambi di scena velocissimi e suggestivi, tra cui ricordo quello, bellissimo, che avvolgeva Giovanna in una nuovola di petali rosa all’inizio dell’ultima scena del I Atto. Uno spettacolo, in sintesi, che trovai davvero poetico e che resta tale anche nel filtro della regia video (molto bella) di Tiziano Mancini in un dvd che mi sembra tra i prodotti più riusciti e interessanti di questa controversa serie verdiana prodotta dalla CMajor. A dispetto dei fischi.
(8 – continua)
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