Renata Scotto sings Verdi

Scotto sings Verdi SONYIn mezzo alla vera e propria valanga di dischi sostanzialmente inutili (per fortuna che la crisi ha limitato le pubblicazioni, altrimenti saremmo sommersi) che però, almeno nelle intenzioni, dovrebbero risultare degli omaggi a Verdi e Wagner, vorrei segnalare la ristampa di un vecchio e bellissimo recital di Renata Scotto che, nel 1974, registrò per la Cbs un bellissimo florilegio di pagine verdiane recentemente ristampato a prezzo contenuto dalla Sony Classical. La Scotto che si ascolta in questo disco è una Scotto colta in piena fase di passaggio dal repertorio lirico leggero a quello più drammatico e pesante che ne caratterizzerà l’ultima fase della carriera, una Scotto, quindi, che unisce la sostanziale integrità della voce non ancora solcata dagli stridori che si faranno sempre più frequenti a una perizia d’interprete già molto affinata. Alcune delle arie registrate appartengono a ruoli molto amati dal soprano, come è il caso di Giselda dei Lombardi alla prima crociata, la cui grande scena del II Atto è posta in chiusura del disco con una realizzazione maiuscola e trascinante (la splendida frase “pregare mi valga / ascendere a te” riceve un rilievo spettacolare). Nabucco sarebbe stato registrato integralmente dalla Scotto qualche anno dopo con Muti, ma la grande apertura del II Atto qui eseguita viene affrontata con un piglio e una fantasia che meritano certamente di essere conosciute, anche prescindendo dall’insolente puntatura acuta con cui l’artista chiude la cabaletta in questa occasione (e che Muti, ovviamente, vieterà nel cd Emi).

Scotto sings Verdi HUNGAROTONAnche Otello sarà registrato dalla Scotto di lì a qualche anno, ma l’interpretazione contenuta nel disco Sony della lunga sena di Desdemona è comunque una pagina aurea della storia verdiana, anche per merito della vibrante direzione di Gianandrea Gavazzeni. Ma nel recital c’è anche altro: c’è una bellissima lettura dell'”Addio del Passato” dalla Traviata, c’è una stupenda interpretazione delle due arie più significative di Elena dai Vespri Siciliani (“Arrigo, ah parli a un core” e il Bolero) e c’è anche una bella lettura della sortita di Lida dalla Battaglia di Legnano che, per l’epoca, doveva costituire una vera rarità. Pendant a questo album è un altro recital verdiano della Scotto, pubblicato dalla Hungaroton, registrato invece negli anni ’80. In questo caso il repertorio abbraccia alcuni dei ruoli affrontati dalla Scotto tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, comprendendo le due pagine soliste di Elisabetta dal Don Carlo (stupefacente il suo “Tu che le vanità”) nonché “La luce langue” e una splendida lettura del sonnambulismo dal Macbeth. Certo, rispetto a quasi dieci anni prima (il recital Hungaroton è stato pubblicato nel 1984) la voce è più dura e aspra, gli acuti meno sicuri e spesso sconfinanti in un fastidioso vibrato, ma il talento di fraseggiatrice è ancora più consumato, tanto che (ascoltando il recital di seguito) stupisce ascoltare una simile violenza in una Lady la cui interpretazione segue una lettura, invece, sognante e candidissima, della suggestiva “Lo sguardo avea degli angeli” dai Masnadieri. Completano il programma, diretto da Thomas Fulton a capo della Budapest Symphony Orchestra, una vibrante esecuzione di “Ernani involami” e la curiosità costituita da “Ritorna vincitor” dell’Aida davvero nostalgico e cupo, molto personale.

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