Archivio per la categoria Biblioteca / Discoteca
TuttoVerdi – Stiffelio
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Biblioteca / Discoteca, DVD, Giuseppe Verdi, Operisti dell'Ottocento, Stiffelio il 23 novembre 2013
Lo Stiffelio contenuto nel quindicesimo volume del ciclo TuttoVerdi della CMajor fu l’ultimo spettacolo della gestione Meli allestito al Teatro Regio di Parma, allestimento conclusivo della Stagione Lirica 2012, affidato alla bacchetta dell’allora enfant prodige Andrea Battistoni, che non diresse male (se si esclude qualche incomprensibile taglio, inaccettabile in un’integrale verdiana pensata per il 2013) ma rivelò anche una certa pesantezza di lettura che emerge anche alla visione del dvd. Il cast, invece, fu tra i migliori dell’era Meli: Roberto Aronica fu a teatro ed è nel dvd uno Stiffelio molto parco di sfumature e sempre tendenzialmente stentoreo, ma la voce è bella e il canto sempre (o quasi) a fuoco. Bravo, ma anche lui piuttosto stentoreo, Roberto Frontali, comunque autore di una prova notevole e comunicativa. Trovai e trovo invece piuttosto leggera la Lina di Yu Quancun, talentuoso soprano cinese che canta con garbo e fraseggia con classe, ma per cui la parte dell’adultera sposa di Stiffelio è forse troppo pesante. Non male Gabriele Mangione, un “nobil conte Raffaello” adeguato alla bisogna e piuttosto alterni i ruoli minori. Lo spettacolo di Guy Montavon è molto grigio, molto elegante e molto gradevole, anche se cade clamorosamente nella scena finale: il fascino dello Stiffelio è nella modernissima soluzione drammaturgica che permette al pastore di perdonare sua moglie aprendo a caso il Vangelo per leggere il celebre passaggio dell’adultera. Visualizzare il Vangelo sotto forma di un’enorme installazione libresca al proscenio, con delle pietre che scendono sopra i coristi in preghiera e, soprattutto, rappresentare Stiffelio che fugge via dopo la frase di perdono, è didascalico e travisa completamente un’invenzione tra le migliori del giovane Verdi. Nel complesso un dvd di discreto livello, ma ancora una volta esiterei a indicare tale registrazione un modello di come andrebbe eseguito Verdi, come pomposamente recita lo slogan della collana.
(16 – continua)
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Viva Verdi – Riccardo Chailly
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Biblioteca / Discoteca, CD, Giuseppe Verdi, Musica Strumentale, Operisti dell'Ottocento il 20 novembre 2013
In edicola è disponibile una delle ultime fatiche di Riccardo Chailly alla guida della Filarmonica della Scala: l’album Viva Verdi – Ouverture & Preludi che la scorsa primavera era uscito in tutti i negozi di dischi per la Decca ed ora è acquistabile a un prezzo decisamente inferiore in abbinamento a La Repubblica e L’Espresso. La scaletta del disco prevede le esecuzioni di Ouverture e Preludi da I vespri siciliani, Alzira, La traviata, Il Corsaro, Nabucco, Giovanna d’Arco, Aida, Macbeth e La forza del destino oltre ai balletti da Jérusalem, rifacimento francese de I lombardi alla prima crociata. L’esecuzione è ovviamente eccellente e l’ascolto del disco si rivela un’esperienza addirittura esaltante, anche perché la registrazione è di notevolissima chiarezza. Tuttavia l’ascolto di alcune tra le pagine sinfoniche meno interessanti del primo Verdi, contenute nel cd, mi spinge a chiedere cosa abbia Verdi in più rispetto a molti suoi contemporanei: la Sinfonia di Nabucco è indubbiamente trascinante ed esplosiva, ma (anche prescindendo dalla rozza gestione della coda, con il tema del “Maledetto” che ricompare creando enormi grattacapi a direttori e interpreti) l’Ouverture della donizettiana Maria di Rohan è molto più raffinata e interessante… eppure fior fior di interpreti hanno inciso in studio la Sinfonia di Nabucco e nessuno credo si sia mai preso nemmeno la briga di sfogliare quella della Rohan. Con questo non voglio denigrare certo Nabucco, che trovo un’opera esplosiva e coinvolgente, ma a volte ho come l’impressione che su molti autori del Primo Ottocento aleggi un vero e proprio pregiudizio, in particolare su Donizetti. Vabbé, non c’entra nulla, quindi la finisco qui, e buon ascolto del cd di Chailly.
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TuttoVerdi – Luisa Miller
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Biblioteca / Discoteca, DVD, Giuseppe Verdi, Luisa Miller, Operisti dell'Ottocento il 16 novembre 2013
Ricordo bene le recite di Luisa Miller andate in scena al Teatro Regio di Parma nell’ottobre del 2007 e fissate per i posteri nel quattordicesimo volume del ciclo TuttoVerdi della CMajor: fu un successo notevole, il cui eco rimbalzò per molti forum e riviste specializzate e che portò anche al lancio di biglietti, dedicati ai tre protagonisti vocali, al termine della maggior parte delle recite (il tutto è fedelmente testimoniato nel video, anche se personalmente trovo questa ostentazione – al pari delle grida di “Viva Verdi” poste al termine del Nabucco – non proprio di ottimo gusto e, in una parola, alquanto provinciale). Personalmente ricordo che trovai la produzione complessivamente riuscita, ma non di livello tale da condividere i peana che rimbalzavano per ogni dove, tanto che gli entusiasmi per la coppia dei due amanti mi parvero francamente eccessivi: si parlava molto male della traviata contemporaneamente in scena negli stessi giorni (di quello spettacolo ho già parlato in questo post) ma a me la distanza tra le due realizzazioni non parve affatto abissale (anzi). La visione del dvd ha confermato il mio ricordo: si tratta di una Luisa Miller estremamente gradevole e coinvolgente, ma gridare al capolavoro è forse eccessivo. Fiorenza Cedolins avrebbe bellissime intuizioni di fraseggio e di interpretazione, saprebbe anche come dire certe frasi, ma la voce inizia a non rispondere più al meglio alle sollecitazioni dell’interprete: è una buona Luisa ed esce anche con discreto onore dalla micidiale aria d’entrata, ma qualche problema c’è. Marcelo Álvarez imposta Rodolfo sulla drammaticità a tutti i costi, anche se lo fa con una voce di timbro splendido e ancora sufficientemente fresca da permettergli di far dimenticare un’evidente genericità di fraseggio (limite piuttosto vistoso nella grande scena del II Atto, fin dall’attacco impostata sulla massima tensione espressiva). Solido, professionale e decisamente centrato il Miller di Leo Nucci mentre tra gli importantissimi ruoli minori si segnala solo Giorgio Surjan, gli altri risultando sostanzialmente scialbi e poco interessanti. Bella, invece, la direzione di Donato Renzetti che, pur senza particolari voli di fantasia, imposta una narrazione lineare e scorrevole, con la giusta drammaticità e cogliendo il particolare clima di un’opera che, dopo un inizio in cui sembra strizzare l’occhio al repertorio semiserio, vira con particolare decisione verso atmosfere molto drammatiche; esigui i tagli praticati, tra cui il da capo di “L’ara o l’avello apprestami” e parte della coda di “Maledetto il dì ch’io nacqui”. Lo spettacolo di Denis Krief è suggestivo nell’evidenziare la netta contrapposizione tra il gelido ambiente della corte e le rustiche atmosfere lignee, molto più calde, di casa Miller: per quanto mi riguarda la sua Lucia di Lammermoor fu molto più riuscita, ma anche questa Luisa ha un suo perché. Un dvd, comunque, che merita la visione.
(15 – continua)
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TuttoVerdi – La battaglia di Legnano
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Biblioteca / Discoteca, DVD, Giuseppe Verdi, La battaglia di Legnano, Operisti dell'Ottocento il 2 novembre 2013
Proprio brutto il tredicesimo volume del ciclo TuttoVerdi della CMajor, tanto da configurarsi senza dubbio come la pubblicazione peggiore dell’intera serie. Vero è che, a quanto si sa, non avrebbe dovuto essere questa l’edizione designata a essere ripresa, ma quella andata in scena a Parma nell’ottobre 2012 con la regia di Pier Luigi Pizzi e la prevista direzione di Andrea Battistoni; tuttavia l’anticipata fine della gestione Meli a Parma ha forse convinto la Unitel e la CMajor a realizzare, a tambur battente, il video di una delle recite triestine del febbraio 2012. Fatto sta che il dvd è veramente bruttino: lo spettacolo di Ruggero Cappuccio nacque a Roma nel maggio 2011 (ma in origine era stata annunciata la regia di Gabriele Lavia) e si configurava come un gesto di denuncia contro l’indifferenza politica nei confronti dei beni culturali dell’Italia. L’idea (che trovo bislacca applicata a quest’opera) funzione in qualche scena, ma, oltre a essere troppo statica, alla lunga risulta decisamente snervante e, in ogni caso, terribilmente invecchiata in soli pochi anni. Musicalmente si segnala la direzione corretta di Boris Brott (poi sul podio anche a Parma, qualche mese dopo, in sostituzione del rinunciatario Battistoni) che però non sa innervare di pathos e senso del grandioso la musica verdiana in una lettura troppo grigia, mentre il cast è decisamente deludente: Andrew Richards, che è comunque il migliore in campo, è un pallido Arrigo; Dimitra Theodossiou una debole Lida (peraltro i costumi le stanno malissimo e non sarebbe stata una cattiva idea ridisegnarli per l’occasione) mentre il baritono argentino Leonardo Lopez Linares parte benino ma arriva decisamente stanco al grande appuntamento del III Atto, durante il quale si sentono alcuni suoni francamente molto brutti, che non sarebbe stato male rifare in vista di una pubblicazione in dvd. Siamo tutti esseri umani e qualche suonaccio, in una recita, ci può stare: ma in un cd o in un dvd (con il micidiale tasto Rewind a portata di mano) bisogna essere attenti, altrimenti ne va non solo dell’immagine del prodotto ma anche dell’artista coinvolto, verso cui si fa un pessimo servizio.
TuttoVerdi – Il corsaro
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Biblioteca / Discoteca, DVD, Giuseppe Verdi, Il Corsaro, Operisti dell'Ottocento il 26 ottobre 2013
Il dodicesimo volume del ciclo TuttoVerdi della CMajor è uno di quei dvd di cui non mi so spiegare le ragioni che hanno presieduto alla realizzazione e alla pubblicazione. L’allestimento di Lamberto Puggelli, difatti, era già stato fissato in dvd dalla Dynamic in occasione della sua creazione al Festival Verdi 2004. Per quanto quel dvd fosse ancora sperimentale e piuttosto rozzo nella resa tecnica, trasmetteva però in pieno l’ariosità di uno spettacolo che faceva letteralmente brillare l’infinito dell’ampio cielo che si stagliava dietro la tolda della nave su cui era ambientata l’intera vicenda. Riallestito nel 2008 all’interno dei minuscoli spazi del Teatro Verdi di Busseto lo spettacolo mantenne immutata la sua suggestione “cappa e spada” ma, inevitabilmente, risultò molto meno arioso e suggestivo, limite che passa anche nel dvd, questa volta di resa tecnica inappuntabile. L’esecuzione, poi, è gradevole ma non memorabile: Bruno Ribeiro è molto credibile in scena nei panni di Corrado e canta con bell’aplomb ma è anche assai acerbo; Irina Lungu ha un timbro molto suggestivo ma non è colta in una delle sue serate migliori e la grande romanza di Medora “Non so le tetre immagini” non brilla; Silvia Dalla Benetta è una Gulnara spericolata e nel complesso attendibile, pur con molte asprezze, al pari del Seid di Luca Salsi, il migliore del cast. Nessuno, comunque, si segnala per particolari demeriti anche se nessuno riesce nemmeno a emergere a dovere tra le pieghe di un’opera che è certamente strana e affascinante, ma anche misteriosa, con un disperato bisogno di interpreti particolarmente carismatici per poter svelare i suoi tesori: se si pensa all’assenza di alcuni titoli verdiani dal ciclo TuttoVerdi e considerando che anche la direzione di Carlo Montanaro è decisamente scialba (nemmeno il cast del 2004 fu memorabile, ma la direzione di Renato Palumbo aveva ben altro passo teatrale) non mi spiego le ragioni di questo “remake” se non nella necessità di ovviare a certi limiti tecnici evidenti nella produzione Dynamic… Però il fascino del corsaro resta ancora nascosto.
(13 – continua)
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TuttoVerdi – I masnadieri
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Biblioteca / Discoteca, DVD, Giuseppe Verdi, I masnadieri, Operisti dell'Ottocento il 12 ottobre 2013
L’undicesimo volume del ciclo TuttoVerdi della CMajor colma un vuoto della discografia, realizzando la prima registrazione in dvd de I masnadieri, sconosciuta opera giovanile verdiana che, fin’ora, aveva goduto di discreta fortuna discografica senza che nessuno dei suoi allestimenti (non così rari come si potrebbe credere) fosse ancora approdato al dvd. La registrazione proviene dal Teatro San Carlo di Napoli e non dal Teatro Regio di Parma (che, peraltro, la sta allestendo in questi giorni) come gli altri volumi della serie TuttoVerdi (che, vista l’assenza di Jérusalem e Aroldo, non è proprio tutto…), ma dalla cura impiegata nella realizzazione del video è facile ipotizzare che la decisione di videoregistrare le recite napoletane sia stata presa con largo anticipo. Nel complesso si tratta di un dvd abbastanza gradevole, eseguito con decoro e allestito con una certa originalità. Lo spettacolo di Gabriele Lavia non replica certo il “miracolo” di Giovanna D’Arco ed è stato oggetto di molte critiche negative: non so che effetto facesse a teatro, dato che non ho visto né le recite napoletane né la ripresa veneziana dello scorso anno, ma filtrato dalla regia video di Tiziano Mancini a me non ha affatto dato una cattiva impressione, anzi mi è sembrato uno spettacolo notevole per capacità di racconto e maestria nel creare un’atmosfera di cupo scetticismo in un’ambientazione post-apocalittica che ho trovato di bell’effetto. La parte musicale, concertata dalla sicura bacchetta di Nicola Luisotti (a volte piuttosto incline alla saturazione di decibel, limite che peraltro non è così grave in un ascolto discografico), presenta le prove nel complesso convincenti di Aquiles Machado (Carlo) e Giacomo Prestia (Massimiliano), quella incisiva scenicamente (ma meno vocalmente) di Artur Ruciński nei panni di un Francesco che Lavia vuole addirittura deforme, nonché quella nel complesso professionale, ma non del tutto calibrata sulle virtuosistiche possibilità della parte di Amalia, di Lucrecia García. Comunque un dvd interessante, tra i migliori della collana in questione.
(12 – continua)
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TuttoVerdi – Macbeth
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Biblioteca / Discoteca, DVD, Giuseppe Verdi, Macbeth, Operisti dell'Ottocento il 5 ottobre 2013
Ero presente al Festival Verdi 2006, quando al Teatro Regio di Parma andò in scena questo Macbeth che, dopo essere apparso su etichetta Tdk costituisce ora il decimo volume del ciclo TuttoVerdi della CMajor: la cosa migliore di quella serie di recite, che si conferma tale anche alla visione del dvd in questione, fu e resta la direzione musicale del compianto (mai abbastanza) Bruno Bartoletti che, se non vado errato, non aveva ancora consegnato al disco ufficiale il “suo” Macbeth. Una direzione perfetta, la sua, che trova la quadratura del cerchio nel non rinunciare alla tensione drammatica senza lambiccarsi in inutili manierismi ma sempre riuscendo a sostenere un cast che, del resto, di sostegno sembra avere bisogno. Non è, forse, il caso di Leo Nucci, che non replica l’ottimo protagonista della registrazione Decca effettuata con Riccardo Chailly alla fine degli anni ’80, ma è sempre un artista che conosce il ruolo anche capovolto e riesce a fraseggiare e interpretare da par suo, pur non al massimo della forma. Meno bene vanno le cose con la Lady di Sylvie Valayre, che è comunque molto bella da vedere in scena, regge bene i numerosi primi piani della regia video e, nel complesso, consegna una Lady attendibile, anche se non indimenticabile. Visto che il Banco di Enrico Giuseppe Iori e il Macduff di Roberto Iuliano non si segnalano per particolari demeriti né per particolari meriti bisognerà parlare dello spettacolo di Liliana Cavani, talmente lambiccato, astruso e intellettualoide che bisogna vederlo per crederci. La Cavani parte dal presupposto che il Macbeth è un dramma interiore e psicologico, quindi adatto ad essere ambientato in un teatro, ma una riflessione sulla mancanza del senso di colpa dei criminali nazisti (ancora?!?) la ha convinta a creare il gioco del teatro nel teatro vestendo i protagonisti con costumi seicenteschi mentre, in un teatro elisabettiano degli anni ’40 semidistrutto dalle bombe, un pubblico tedesco assiste alla rappresentazione. Non so che dire: a me parve e continua a parere astrusamente lambiccato (per tacere di cambi scena infiniti ovviamente eliminati nel dvd), in grado di sprecare anche trovate potenzialmente interessanti come le streghe visualizzate nelle donne del popolo, portatrici di una saggezza antica e demoniaca, ma magari ci può essere chi gradisce.
(11 – continua)
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Renata Scotto sings Verdi
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Biblioteca / Discoteca, CD, Scotto Renata, Voci & Recital il 21 settembre 2013
In mezzo alla vera e propria valanga di dischi sostanzialmente inutili (per fortuna che la crisi ha limitato le pubblicazioni, altrimenti saremmo sommersi) che però, almeno nelle intenzioni, dovrebbero risultare degli omaggi a Verdi e Wagner, vorrei segnalare la ristampa di un vecchio e bellissimo recital di Renata Scotto che, nel 1974, registrò per la Cbs un bellissimo florilegio di pagine verdiane recentemente ristampato a prezzo contenuto dalla Sony Classical. La Scotto che si ascolta in questo disco è una Scotto colta in piena fase di passaggio dal repertorio lirico leggero a quello più drammatico e pesante che ne caratterizzerà l’ultima fase della carriera, una Scotto, quindi, che unisce la sostanziale integrità della voce non ancora solcata dagli stridori che si faranno sempre più frequenti a una perizia d’interprete già molto affinata. Alcune delle arie registrate appartengono a ruoli molto amati dal soprano, come è il caso di Giselda dei Lombardi alla prima crociata, la cui grande scena del II Atto è posta in chiusura del disco con una realizzazione maiuscola e trascinante (la splendida frase “pregare mi valga / ascendere a te” riceve un rilievo spettacolare). Nabucco sarebbe stato registrato integralmente dalla Scotto qualche anno dopo con Muti, ma la grande apertura del II Atto qui eseguita viene affrontata con un piglio e una fantasia che meritano certamente di essere conosciute, anche prescindendo dall’insolente puntatura acuta con cui l’artista chiude la cabaletta in questa occasione (e che Muti, ovviamente, vieterà nel cd Emi).
TuttoVerdi – Alzira
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Alzira, Biblioteca / Discoteca, DVD, Giuseppe Verdi, Operisti dell'Ottocento il 14 settembre 2013
Più un’opera è brutta maggiore dovrebbe essere la cura impiegata dagli artisti chiamati a interpretarla, cercando di nasconderne le magagne compositive per evidenziare, invece, quanto di buono riesce a contenere anche il lavoro più negletto. E negletta Alzira lo è davvero, anche prescindendo dal giudizio d’autore, che la definì “proprio brutta”: il soggetto (su libretto di Salvadore Cammarano derivato da Voltaire) non ispirò a Verdi la sua musica migliore, facendone sortire un’opera brevissima, non troppo interessante, nonostante le possibilità vocali offerte dai tre ruoli protagonisti. Eppure nessuno degli artisti che ha interpretato l’opera lasciandone testimonianza sonora ha saputo rivelarne eventuali bellezze nascoste, in una discografia singolarmente povera. Non cambia le cose il nono volume del ciclo TuttoVerdi della CMajor, realizzato non a Parma ma a Dobbiaco nel settembre 2012: innanzitutto riprendere in dvd un’esecuzione in forma di concerto rende un pessimo servizio a un’opera debole di suo, facendo comprendere con chiarezza come la registrazione sia stata effettuata solo come un “tappabuchi”, originato dalla mancata produzione di uno spettacolo realizzato nelle terre natali del compositore per completare l’integrale verdiana in dvd ormai prevista e annunciata. L’esecuzione musicale, poi, è onesta e professionale, ma non indimenticabile: né Virginia Zeani né Cristina Deutekom, storiche Alzire teatrali, si sono “portate a casa” il ruolo, né tantomeno ci sono riuscite Ileana Cotrubas e Marina Merscheriakova nelle due incisioni in studio dell’opera; Junko Saito, la protagonista del dvd CMajor, è graziosa e non priva di interesse, ma non sarà nemmeno lei a svelare il mistero di questa esotica e affascinante creatura americana, anche prescindendo da una coloratura tutt’altro che impeccabile. Il resto del cast non migliora le cose, mantenendosi in un alveo di anonima professionalità in cui non fatica a spiccare l’impeto di un disordinato, ma coinvolgente, Ferdinand Von Bothmer (Zamoro). Restano la partecipe direzione di Gustav Kuhn e la prova davvero ottima dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, ma è un po’ poco per permettere alla figlia d’America di iniziare un suo cammino sull’onda del bicentenario verdiano.
(10 – continua)
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TuttoVerdi – Attila
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Attila, Biblioteca / Discoteca, DVD, Giuseppe Verdi, Operisti dell'Ottocento il 7 settembre 2013
La videografia di Attila è abbastanza ricca, ragion per cui questo ottavo volume del ciclo TuttoVerdi della CMajor rischia di essere come un vaso di coccio affiancato a ben più solidi vasi di ferro mentre sta esposto nelle vetrine dei negozi di dischi. Non che si ascolti niente di particolarmente brutto in questo dvd (anche se non si ascolta di certo niente di particolarmente bello): piuttosto il clima è quello di una certa mediocritas non sempre aurea in cui spicca solo qualche slancio di fraseggio dell’Odabella di Susanna Branchini e il bellissimo timbro del Foresto di Roberto De Biasio. Più deboli, soprattutto a livello di interpretazione, tanto l’Attila di Giovanni Battista Parodi che l’Ezio di Sebastian Catana. La direzione di Andrea Battistoni sceglie la via di una corsa a perdifiato che sarà anche suggestiva e creerà forse un po’ di tensione drammatica (personalmente non condivido, ma ci può essere chi gradisce) ma limita di molto le possibilità espressive di un’opera cupa e decadente, le cui ambiguità sono pochissimo esplorate in questa lettura. Resta lo spettacolo di Pierfrancesco Maestrini, che sceglie di impostare la narrazione occhieggiando in maniera piuttosto evidente al mondo del fantasy, dei fumetti / graphic novel e dei videogiochi. Molti lo hanno criticato ma, sarà perché in fondo sono un nerd (e me ne vanto), personalmente l’ho trovato gradevole e divertente nell’uso di proiezioni come scenografie virtuali e nel trucco che strizza l’occhio a film di successo come Avatar, da cui sembra uscito proprio Attila. Il minuscolo spazio del Teatro Verdi di Busseto appare utilizzato in maniera notevole mentre incomprensibile (e, alla lunga, irritante) appare la scelta di far fare delle mini corse in quinta ai personaggi durante il tempo di mezzo delle cabalette per poi farli riapparire al proscenio. Un video discretamente divertente, insomma, ma certamente non un Attila di riferimento.
(9 – continua)
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