Articoli con tag Scotto
Renata Scotto sings Verdi
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Biblioteca / Discoteca, CD, Scotto Renata, Voci & Recital il 21 settembre 2013
In mezzo alla vera e propria valanga di dischi sostanzialmente inutili (per fortuna che la crisi ha limitato le pubblicazioni, altrimenti saremmo sommersi) che però, almeno nelle intenzioni, dovrebbero risultare degli omaggi a Verdi e Wagner, vorrei segnalare la ristampa di un vecchio e bellissimo recital di Renata Scotto che, nel 1974, registrò per la Cbs un bellissimo florilegio di pagine verdiane recentemente ristampato a prezzo contenuto dalla Sony Classical. La Scotto che si ascolta in questo disco è una Scotto colta in piena fase di passaggio dal repertorio lirico leggero a quello più drammatico e pesante che ne caratterizzerà l’ultima fase della carriera, una Scotto, quindi, che unisce la sostanziale integrità della voce non ancora solcata dagli stridori che si faranno sempre più frequenti a una perizia d’interprete già molto affinata. Alcune delle arie registrate appartengono a ruoli molto amati dal soprano, come è il caso di Giselda dei Lombardi alla prima crociata, la cui grande scena del II Atto è posta in chiusura del disco con una realizzazione maiuscola e trascinante (la splendida frase “pregare mi valga / ascendere a te” riceve un rilievo spettacolare). Nabucco sarebbe stato registrato integralmente dalla Scotto qualche anno dopo con Muti, ma la grande apertura del II Atto qui eseguita viene affrontata con un piglio e una fantasia che meritano certamente di essere conosciute, anche prescindendo dall’insolente puntatura acuta con cui l’artista chiude la cabaletta in questa occasione (e che Muti, ovviamente, vieterà nel cd Emi).
Per piano o per fiati
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Belcanto, Biblioteca / Discoteca, CD, Giuseppe Verdi, Musica Da Camera il 29 ottobre 2011
Settembre come “mese rossiniano” si era chiuso con un omaggio alle composizioni vocali da camera (un genere che, personalmente, amo moltissimo) del pesarese: un buon motivo per dedicare un post anche alla produzione verdiana per voce e pianoforte, sebbene la sua esiguità (una trentina scarsa di liriche) non nasconda lo scarso interesse nutrito da Giuseppe Verdi per un genere sentito, evidentemente, come d’occasione. Su questi brevi frammenti per voce e piano pesa, inoltre, il giudizio tutt’altro che lusinghiero espresso da Massimo Mila ne La giovinezza di Verdi: “Sono composizioni modeste, che prolungano il gusto provinciale della romanza da salotto, già largamente coltivata da Verdi a Busseto”. Che si tratti di pagine molto spesso non indimenticabili e, sicuramente, non paragonabili per quantità e qualità alla produzione rossiniana o donizettiana (quest’ultima, peraltro, davvero sterminata) è innegabile, ma questi brevi bozzetti (la maggior parte dei quali risalgono a prima del 1850) meritano di essere conosciuti, sia perché spesso assolutamente godibili, sia per la curiosa storia che si cela dietro ad alcuni di essi. In generale le arie da camera verdiane toccano a volte temi patriottici, molto più spesso quelli romantici dell’amore tradito e/o doloroso e, in qualche caso, anche atmosfere popolareggianti. A differenza di quanto avverrà con la produzione cameristica di Giacomo Puccini, in quella di Verdi non si ravvisano evidenti spunti tematici che poi verranno travasati nelle opere liriche, quanto piuttosto suggestioni che richiamano temi poi celebri e/o affinità nella costruzione della melodia. In ogni caso molti critici hanno fatto notare la presenza di spunti riconoscibili, afferenti non solo La traviata o La forza del destino, ma persino la seduzione di Dalila “Mon coeur s’ouvre à ta voix” dal Samson et Dalila di Camille Saint-Saëns.
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