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Rossini – Julia Lezhneva

V5221_DIGI_8 fev.inddNon è un disco recente, ma mi è capitato di riascoltarlo negli ultimi giorni e mi accorgo che nel blog non ne avevo ancora mai parlato: l’album Rossini registrato da Julia Lezhneva con la Sinfonia Varsovia diretta da Mark Minkowski e edito da Naïve venne salutato nel 2011 dalla stampa internazionale con discreto entusiasmo. Ascoltandolo allora non condivisi e riascoltandolo oggi… nemmeno! Il problema del disco è, innanzitutto, nel programma: brani per contralto (sia pure Cenerentola che, in fondo, è un mezzosoprano benché composta per Geltrude Righetti Giorgi) si alternano ad arie destinati alla multiforme vocalità di Isabella Colbran (Otello, La donna del lago e Semiramide) e, tanto per non farci mancare nulla, anche una romanza pensata per Laura Cinti-Damoreau (la bellissima “Sombre forêt” dal Guillaume Tell). La giovanissima Lezhneva esce dal confronto con questa scaletta impegnativa con parecchi affanni: la voce sarebbe anche estesa e interessante e l’interprete cerca di affrontare la linea vocale con gusto e pulizia ma la tecnica di coloratura è in pieno “Bartoli style”, di fatto esibendo sempre una coloratura di grazia e mai di forza, nemmeno dove un impeto maggiore (penso a Semiramide) sarebbe consigliabile e, anzi, auspicabile. L’emissione appare bassa di posizione come spesso costuma oggi e anche l’intelligenza della musicista (che avrebbe qualche discreta intenzione interpretativa) fatica a emergere, visto che il suono raramente viaggia raccolto sul fiato come l’esecuzione di questa musica splendida ma difficilissima esige.

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