Archivio per la categoria Ferdinando Paër

Leonora ossia l’amore coniugale di Ferdinando Paër in cd

Scan-130404-0001Ritorno a parlare brevemente della bella opera Leonora ossia l’amore coniugale di Ferdinando Paër perché, come segnalatomi in un commento al post in cui NSB affrontava questa e l’opera di Mayr su soggetto simile, è appena stata ristampata nella serie Australian Eloquence della Decca la bella registrazione in studio del 1978, da grande tempo fuori catalogo. Interpreti dell’opera sono Ursula Koszut (Leonora), Siegfried Jerusalem (Florestano), Edita Gruberová (Marcellina), Norbert Orth (Pizzarro), John van Kesteren (Fernando), Giorgio Tadeo (Rocco) e Wolfgang Brendel (Gioacchino) con la Bayerisches Symphonieorchester diretta da Peter Maag. La segnalazione è d’obbligo perché la ristampa, in tempi di serie super-economiche e super-spartane nella confezione, è avvenuta facendo le cose veramente per bene, sia per quel che riguarda il riversamento sia per quanto concerne il booklet d’accompagnamento, che riporta non solo una nota di Peter Maag relativa alla prima edizione in LP ma anche – udite! udite! – persino il libretto integrale dell’opera. Considerando la complessiva riuscita dell’intera esecuzione musicale trovo questo prodotto un cd da non perdere.

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AmorEstremo: Leonora, ossia l’amore coniugale di Ferdinando Paër e L’amor coniugale di Johann Simon Mayr

Il titolo del post non vuole riferirsi al discutibile film pseudo erotico-filosofico di circa 10 anni fa (intitolato, appunto, AmorEstremo) ma sottolineare il gesto (estremo sotto tutti i punti di vista) che compie la protagonista di Léonore ou L’amour conjugal (libretto di Jean-Nicolas Bouilly musicato da Pierre Gaveaux nel 1798) ovvero il travestirsi da uomo per cercare di salvare il proprio marito ingiustamente accusato. La vicenda è universalmente nota per essere stata sublimata da Ludwig van Beethoven nel suo Fidelio, ma la sua origine di “pièce à sauvetage” la ha resa appetibile anche per due compositori come Ferdinando Paër e Johann Simon Mayr, che la hanno declinata in due versioni diverse rappresentate a un anno di distanza l’una dall’altra (1804 per Paër, 1805 per Mayr): in entrambi i casi è necessario evitare inopportuni confronti con Beethoven, dato che i due autori leggono la vicenda secondo i canoni dell’opera semiseria, un genere che ho affrontato abbastanza in questo blog, tanto che ho deciso di creare un tag apposito. L’opera semiseria è uno dei capitoli più affascinanti nella storia musicale del XIX secolo: liberandosi dalle codifiche decisamente rigide dell’opera seria e di quella comica, l’opera semiseria, ispirandosi spesso a soggetti francesi, portò in Italia un’attenzione sempre maggiore a tematiche realistiche e sentimentali, una sorta di stile “medio” che, nelle sue declinazioni peggiori, ci appare come un’opera seria con incomprensibili innesti buffi ma che, in quelle migliori, risulta una tipologia sperimentale del massimo interesse, in grado di aprire la strada al realismo ottocentesco. Anche se la parola d’ordine per accostarsi ai lavori di Mayr e Paër è “dimenticare Fidelio” non si potrà, del resto, negare che anche Beethoven gestisca con molta disinvoltura uno stile “comico” che gli serve per dipingere la realtà quotidiana di personaggi come Jaquino e Marzelline nel suo “serio” Fidelio che, guarda caso, debutta nella sua prima versione intitolata Leonore un anno dopo l’opera di Paër e appena pochi mesi prima della farsa sentimentale (così dal libretto di Gaetano Rossi) di Mayr.

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Gothic Tales – 1 – Camilla, o Il sotterraneo di Ferdinando Paër

Alla fine del 1700 si iniziò a diffondere l’opera semiseria, un genere ibrido e affascinante (ne avevamo già parlato, peraltro) mutuato dall’opéra-comique, di cui fu, praticamente, l’adattamento in italiano. L’opéra-comique era un genere che, oltre a presentare personaggi “naturali” e quotidiani come protagonisti (a differenza della tragédie lyrique) rifletteva anche il gusto di fine ‘700 nei confronti del sentimentalismo, inteso come educazione alle emozioni più nobili, nonché l’attenzione verso le emergenti e sempre più popolari atmosfere gotiche. Nel momento in cui si dovevano adattare le caratteristiche dell’opéra-comique al teatro lirico italiano esse vennero destinate all’opera semiseria per l’impossibilità di trovare terreno fertile nel genere tragico (incompatibile con la presenza di personaggi buffi e/o popolareggianti) o buffo (che vedeva di mal grado le aperture vistose al sentimentalismo, alla drammaticità e alla serietà di molte trame). Un esempio perfetto di opéra-comique dal clima goticheggiante con protagonisti scelti dalla vita quotidiana è in Camille, ou Le Soutterrain (Parigi, 1791) di Nicolas Dalayrac (lo stesso autore della Nina del 1786, da cui Paisiello trarrà nel 1798 la sua Nina, o sia la pazza per amore), un soggetto che è alla base di Camilla, ossia Il sotterraneo di Ferdinando Paër, che debuttò al Kärntnertortheater di Vienna il 23 febbraio 1799 su libretto di Giuseppe Antonio Carpani.

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