Articoli con tag Devia

Il profumo del mare

Uno dei più bei spettacoli visti in Italia negli ultimi dieci anni è la Lucia di Lammermoor allestita al Teatro Lirico di Cagliari nel 2000 da Denis Krief (che per questo spettacolo ricevette il Premio Abbiati della critica italiana) e, da lì, ripresa in più occasioni non solo a Cagliari ma anche a Napoli e a Parma (le foto del post si riferiscono proprio all’allestimento parmigiano del 2009, cui ho assistito). Si tratta di uno spettacolo semplice, ma tutt’altro che banale o scontato, pur potendo contare su ridottissimi elementi scenici che, proprio per questo, acquistano un grande spessore simbolico. La scena è fissa per tutta l’opera, seguendo una linea minimalista molto insistita e tipica dello stile di Krief che trova proprio in questa Lucia uno dei suoi spettacoli più riusciti e suggestivi. Al proscenio si vede una distesa di pietre bianche su cui è posta una semplice panchina di lato; il palcoscenico è chiuso da pareti bianche e bronzee, attraversato da luci spesso violente e da proiezioni mentre un leggero e impalpabile velo nero scende durante alcuni momenti clou a isolare l’ambientazione “esterna” (ma sarebbe meglio dire “onirica”) del proscenio, con le sue pietre e la sua panchina, dal resto del palco. Tutto qui, ma con questi pochissimi elementi Krief riesce a confezionare uno spettacolo estremamente suggestivo e affascinante, soprattutto per merito di un interessante lavoro di recitazione svolto con gli artisti, ai quali viene imposta una gestualità il più possibile naturale per condurre a una quotidianità e a una spontaneità notevoli. L’ambientazione è spostata verso la fine dell’800, ma con molta discrezione e senza sottolineature eccessive, accentuando il carattere borghese della tragedia donizettiana in cui una società maschile (e, in questo caso, militare) prevarica sulla sensibilità della protagonista.

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Buon compleanno Rossini!

Quale giorno poteva scegliere per nascere Gioachino Rossini se non il 29 febbraio? Visto che il compleanno del pesarese si “celebra” una volta ogni quattro anni vediamo di festeggiare con qualcosa in grande, ad esempio la Cantata La morte di Didone al gran completo con un’interprete d’eccezione, ovvero Mariella Devia. Auguri Maestro!

Su La morte di Didone segnalo anche questo bel saggio di Roberta Pedrotti.

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Il convitato di pietra di Giovanni Pacini

Elvio Giudici, nella recente riedizione del suo poderoso L’Opera in CD e Video, da un giudizio abbastanza impietoso su Giovanni Pacini:

Nel volgersi sempre e comunque al successo popolare, il suo camaleontico manierismo formale ne fece dapprima l’emulo del grande Neoclassicismo alla Cherubini e Spontini; poi fece il verso al Rossini napoletano […]; infine fu tra i primi a rendersi conto di quanto stesse succedendo e sopratutto stesse preparandosi a Parigi col successo decretato a Meyerbeer […]. Il tutto, lui lo semplificava all’osso e quindi lo rendeva accessibile anche nella nostra provincia tramite una melodia facile facile, sempre in bilico sui crinali strettissimi posti a separare involo trascinante dal tricchetracche; tramite un ampio declamato tragico di retorica la più vieta e bombastica; e tramite, infine, un’architettura complessiva che in apparenza persegue la grande forma ma che in realtà allinea una dopo l’altra alcune “situazioni” archetipe, nelle quali la drammaturgia si frantuma in una serie di microdrammi ciascuno in sé concluso. Un Vanzina della musica, insomma, il Pacini Giovanni detto “maestro delle cabalette”.

C’è indubbiamente del vero in queste affermazioni: Pacini fu un compositore non sempre originale e che appare, oggi, sicuramente invecchiato, ma nonostante tutto qualche gemma, all’interno del suo monumentale catalogo, non manca di suscitare ammirazione, come è il caso del Convitato di Pietra, una deliziosa e originale operina da camera (con brani musicali alternati a dialoghi parlati) che, vista l’ispirazione tratta dal mozartiano Don Giovanni, ci sta bene all’interno di questo “mese mozartiano” (che prosegue un po’ a singhiozzo) di Non solo Belcanto.

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Omaggio alla Regina

Questo post per omaggiare l’arte di Mariella Devia, splendida protagonista, in questi giorni, del Roberto Devereux di Gaetano Donizetti in scena (in versione concertante) all’Opéra Municipal de Marseille. Al di là della splendida resa ottenuta in questo difficile debutto, cui ho assistito dal vivo ieri, c’è da notare che la Devia, salvo errori, è la prima cantante ad aver affrontato non solo le tre regine storiche di Donizetti (Anna Bolena, Maria Stuarda e, ora, Roberto Devereux) ma anche l’Elisabetta I del giovanile Castello di Kenilworth, risultando quindi la prima artista a completare la “tetralogia” Tudor del bergamasco. Alla faccia, maestà!

Dimanche 27 novembre > 14h30 | Roberto Devereux | Gaetano Donizetti
Opéra en 3 actes | Livret de Salvatore Cammarano, d’après la tragédie de J.F Ancelot Elisabeth d’Angleterre. | Création à Naples, le 29 octobre 1837. Dernière représentation et création à l’Opéra de Marseille, le 27 février 1998 | Version concertante | Une version où, pour le seul amour du bel canto, deux des plus grandes cantatrices pourront y démontrer l’étendue de leur art.
Direction musicale : ALAIN GUINGAL
Elisabetta : MARIELLA DEVIA (Début à l’Opéra de Marseille) | Sara : BÉATRICE URIA-MONZON
Roberto Devereux : STEFANO SECCO | Duc de Nottingham : FABIO MARIA CAPITANUCCI
Lord Cecil : JULIEN DRAN | Sir Gualtiero Raleigh / un familier : JEAN-MARIE DELPAS
Orchestre et Chœur de l’Opéra de Marseille

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