Archivio per la categoria Biblioteca / Discoteca

Männerarten

coverApprofitto di questo (ennesimo) momento di (forzato) stop per segnalare almeno una bella pubblicazione e-book di fresco data fuori: Männerarten. La prassi esecutiva del Ring nella Neu-Bayreuth (1951-1975) di Davide Bartolucci. Si tratta di una segnalazione che ritengo doverosa per tanti motivi: Davide è un caro amico e una penna molto piacevole; l’argomento è estremamente interessante e godibile anche per chi (come me) non è esattamente un wagneriano di provata e secura fede; la casa editrice è la Piccoli Giganti Edizioni per cui a breve uscirà una mia fatica dedicata all’immortale Lucia di Lammermoor (ed ecco il perché del forzato stop del blog, se mi dedico al blog non mi dedico a Lucia… e Lucia al momento ha la priorità); la splendida foto di copertina, inoltre, è di Lucia T Sepúlveda, che i lettori del blog conoscono assai bene. 🙂 Insomma che aspettate?

,

1 Commento

Stella di Napoli – Joyce DiDonato

Joyce DiDonato Stella di NapoliMi è successa una cosa abbastanza divertente al primo ascolto di Stella di Napoli, la recente fatica discografica di Joyce DiDonato edita dalla Warner Classics: la prima traccia (ascoltata su Youtube, prima dell’arrivo del cd, quindi senza il libretto sotto mano), “Ove t’aggiri o barbaro”, mi è sembrata una brillante pagina da una sconosciuta opera comica di Pacini. Cercando qualche informazione su Stella di Napoli mi sono accorto, non senza un po’ di stupore, trattarsi invece di un’opera seria. Basterebbe questo a riassumere le mie opinioni su questo disco, che attendevo con discreto interesse, non foss’altro che per la presenza di alcune arie da opere misconosciute del primo Ottocento italiano. La DiDonato è un’artista carismatica, una persona intelligente e una vera forza della natura, ma affronta queste pagine con una voce che, sostanzialmente, è quella di una cantante di mezzo carattere (e non di una primadonna tragica) senza nemmeno che l’accento riesca a compensare i limiti dello strumento naturale, cosa che ad esempio riusciva a una Beverly Sills. Ecco allora le motivazioni del misunderstanding sul “genere” della prima track del disco che, sia detto en passant, è solo la cabaletta di una più ampia scena solista che, trattandosi dell’opera che dà il titolo all’intero album, mi sarei aspettato almeno incisa per intero. Il problema è che non c’è un brano in tutto il disco in cui l’accento sia completamente adeguato: il grande finale di Saffo, altra opera paciniana, è privo di quella allure tragica che dovrebbe costituire il fulcro dell’ampia scena (che peraltro chiamava in causa anche le potenzialità dell’attrice, viste le accurate didascalie previste anche in partitura, e che quindi molto si aspetta dall’accento e dalle capacità interpretative dell’interprete di turno) e anche la scena finale di Zelmira, dopo un attacco di “Riedi il soglio” promettente, non mantiene lo stesso afflato nobile per l’intero brano.

Leggi il seguito di questo post »

, , , , , , , , , , , , , , , ,

Lascia un commento

TuttoVerdi – I vespri siciliani

Vespri CoverRicomincio la serie di post dedicati al ciclo TuttoVerdi edito dalla CMajor (che forse tanto bene non è andato quanto a vendite, visto che il link della sezione del sito dedicato all’intero percorso verdiano in dvd non sembra funzionare a dovere) affrontando uno dei volumi più controversi: I vespri siciliani allestiti nel 2010. Ricordo abbastanza bene quel ciclo di cinque recite: alla prima il pubblico rumoreggiò alquanto per un evidente malore non annunciato di Fabio Armiliato, protagonista maschile, che fu artefice di una prova decisamente non esaltante (la diretta andò in streaming); alla seconda le cose si ristabilirono e chi vi assistette parlò di una recita sostanzialmente positiva e ben riuscita. Tuttavia il malore di Armiliato (che pare fosse labirintite) lo costrinse a cancellare le ultime tre recite, affidate al giovanissimo studente Kim Myung Ho che, alla terza, cantò in borghese con lo spartito in mano. Scontati i balletti di polemiche di appassionati delusi, non tanto (o non solo) per il malore del tenore, quanto per il modo con cui questa indisposizione era stata annunciata, gestita e (ir)risolta nella manifestazione che all’epoca si presentava come il più importante evento dedicato alla rappresentazione delle opere verdiane. Io vidi l’ultima delle cinque recite e ascoltai, dunque, Kim Myung Ho che ricordo artefice di una prova onesta, tanto più considerando le condizioni in cui si esibiva. Ovviamente il dvd riprende in larga parte la seconda recita (la migliore) e credo parte della Prova Generale, con una prova di Armiliato non smagliante (la parte di Arrigo è tremendamente difficile) ma comunque senza le difficoltà che si palesarono alla prima in diretta web. Che sia un montaggio di varie serate lo si capisce anche da un banale errore di regia video nel V Atto, quando si vede Daniela Dessì vestita da sposa con dei bellissimi guanti di pizzo e nell’inquadratura immediatamente successiva… senza! (Cose che capitano, comunque).

Leggi il seguito di questo post »

, , ,

1 Commento

Rossini – Julia Lezhneva

V5221_DIGI_8 fev.inddNon è un disco recente, ma mi è capitato di riascoltarlo negli ultimi giorni e mi accorgo che nel blog non ne avevo ancora mai parlato: l’album Rossini registrato da Julia Lezhneva con la Sinfonia Varsovia diretta da Mark Minkowski e edito da Naïve venne salutato nel 2011 dalla stampa internazionale con discreto entusiasmo. Ascoltandolo allora non condivisi e riascoltandolo oggi… nemmeno! Il problema del disco è, innanzitutto, nel programma: brani per contralto (sia pure Cenerentola che, in fondo, è un mezzosoprano benché composta per Geltrude Righetti Giorgi) si alternano ad arie destinati alla multiforme vocalità di Isabella Colbran (Otello, La donna del lago e Semiramide) e, tanto per non farci mancare nulla, anche una romanza pensata per Laura Cinti-Damoreau (la bellissima “Sombre forêt” dal Guillaume Tell). La giovanissima Lezhneva esce dal confronto con questa scaletta impegnativa con parecchi affanni: la voce sarebbe anche estesa e interessante e l’interprete cerca di affrontare la linea vocale con gusto e pulizia ma la tecnica di coloratura è in pieno “Bartoli style”, di fatto esibendo sempre una coloratura di grazia e mai di forza, nemmeno dove un impeto maggiore (penso a Semiramide) sarebbe consigliabile e, anzi, auspicabile. L’emissione appare bassa di posizione come spesso costuma oggi e anche l’intelligenza della musicista (che avrebbe qualche discreta intenzione interpretativa) fatica a emergere, visto che il suono raramente viaggia raccolto sul fiato come l’esecuzione di questa musica splendida ma difficilissima esige.

Leggi il seguito di questo post »

, , , ,

2 commenti

Grandioso!

Grandioso Box CoverGli anniversari passano ma, spesso, qualcosa lasciano, come è il caso di questo agile cofanetto di 7 cd edito dalla Deutsche Grammophon e significativamente intitolato Grandioso! Great VERDI Recordings from Caruso to PavarottiGrandioso è una delle più enigmatiche, ma anche delle più caratterizzanti, prescrizioni verdiane: Verdi la utilizza molto spesso, sempre in corrispondenza di momenti drammaturgicamente molto significativi, quindi il nome scelto per questo bel cofanetto non è affatto dato a caso. Grandioso! è anche il livello della maggior parte dei brani contenuti in questa raccolta che, in ordine alfabetico, copre la maggior parte delle opere verdiane con ascolti molto interessanti. Si segnalerà, quindi, la presenza di una splendente Grace Bumbry, alle prese sia con Eboli che con uno spettacolare “Tu che le vanità”; un Giuseppe Di Stefano come al solito assai peculiare come tecnica e emissione ma infinitamente migliore dei suoi numerosi e disgraziati imitatori; la sempre splendida Elvira di Joan Sutherland dal famoso recital del 1959 diretto da Nello Santi, e ancora l’Ernani di Carlo Bergonzi, il Duca di Luciano Pavarotti e tanti altri. Più interessanti di queste registrazioni celeberrime (che, beninteso, è sempre un piacere ascoltare) ho però trovato le prestazioni di artisti meno noti, come il tenore Petre Munteanu, che è un elegante Duca di Mantova, o la classe di Pierrette Alaire, che sigla un “Caro nome” da ricordare. Oltre alla Messa da Requiem integrale diretta da Ferenc Fricsay (splendida, manco a dirlo) il cofanetto è completato da un cd interamente dedicato alla tradizione del Verdi eseguito in tedesco. Qui sono contenute alcune delle esecuzioni più entusiasmanti: è esaltante ascoltare voci di vero basso come Kim Borg e Georg Hann (entrambi alle prese con la Profezia di Zaccaria) così come nessun “Balen” del Trovatore è in grado di reggere il paragone con la suprema eleganza dell’incisione di Heinrich Schlusnus, la cui esecuzione è un prodigio di raffinatezza e languore amoroso. Ma, per quanto splendido sia Schlusnus (la cui languidezza dipinge finalmente un Conte giovane e innamorato, assai più efficace di certi esperimenti moderni) il brano che da solo vale l’ascolto del cd è “Lodernde Flammen schlagen zum Himmel auf”, ovvero “Stride la vampa”, registrato da Karin Brazell nel 1929: non solo il rispetto dei trilli è scrupoloso in una maniera impensabile per gli artisti italiani contemporanei dell’epoca, ma viene creata un’atmosfera di delirante sospensione, come una macabra ninna nanna, che non è possibile paragonare a nessun’altra incisione. Soprattutto in questi cd appare evidente come oggi si sia perso quell’accento, al tempo stesso retorico e nobile, che costituisce il lievito segreto della musica verdiana; un accento sacrificato spesso sull’altare di una presunta “umanizzazione” dei personaggi e un accento che, invece, troviamo presente a pieno titolo in queste quasi otto ore di musica, testimonianza preziosa di un’epoca passata.

Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia License.

, , , , , ,

Lascia un commento

TuttoVerdi – La traviata

CMajor723608_Tutto-Verdi_LaTraviataDVD_FrontCover_komprimiertQuesta traviata è uno dei volumi più interessanti del ciclo TuttoVerdi edito dalla CMajor con registrazioni provenienti dal Teatro Regio di Parma: allestita durante il Festival Verdi 2007 (assieme alla Luisa Miller di cui ho già parlato) questa traviata venne da molti sminuita nel confronto con la Luisa, ma la pubblicazione del diciottesimo volume della serie consente, a distanza di cinque anni, di rivedere in parte questo giudizio, che comunque io non condivisi nemmeno all’epoca, avendo assistito dal vivo a entrambi gli spettacoli, oltretutto in due giorni consecutivi. Avendo già parlato del bellissimo spettacolo di  Karl-Ernst e Ursel Herrmann in questo post eviterò di ripetermi e rimando al link per le opinioni circa regia, scene e costumi. Circa la parte musicale aggiungo che la direzione di Yuri Temirkanov è bellissima, intensa e calda come una colata di lava, ma intrisa di un lirismo struggente che non manca di lasciare il segno; peccato per i canonici tagli “di tradizione”. Nel cast Svetla Vassileva fu molto criticata ma onestamente non capisco perché: gli acuti sono striduli e c’è un fuori tempo abbastanza evidente al termine di “Sempre libera” (che non sarebbe stato male correggere) ma, al di là del fatto che si sente molto di peggio in giro, l’interpretazione e il fraseggio sono talmente personali da farsi perdonare molte cose; in più è una bella donna e in scena sta molto bene. Più scialbo Massimo Giordano, comunque un Alfredo abbastanza attendibile, per quanto assai parco di sfumature, e bravo Vladimir Stoyanov, un Gérmont padre notevole. Uno dei dvd del ciclo TuttoVerdi che assolutamente merita una visione.

(19 – continua)

Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia License.

, , ,

Lascia un commento

Riccardo Muti – Il mio Verdi

Pack-MutiMeritoria, indubbiamente, l’iniziativa del Corriere della Sera, che ha presentato in dieci uscite un prezioso cofanetto contenente nove opere in cd e un documentario in dvd dedicati all’arte di Riccardo Muti alle prese con la musica di Giuseppe Verdi. Il titolo, pomposo, dell’intera raccolta è, da solo, tutto un programma: Riccardo Muti, Il mio Verdi. Sgombriamo subito il campo da quelli che, personalmente, ritengo essere i punti deboli della raccolta in questione, ovvero il solipsismo del direttore protagonista di tutte le incisioni, tanto da far sparire il nome dei solisti di canto dal retro di ogni booklet a partire dalla terza uscita, e il continuare nella retorica del Verdi che “diede una voce alle speranze e ai lutti, pianse ed amò per tutti”, secondo una patriottarda definizione di Gabriele D’Annunzio che, personalmente, trovo alquanto superata (ma ribadita nel dvd che costituisce l’uscita n.10 della serie). Verdi cantò l’Italia e gli italiani, questo è fuor di dubbio, ma soprattutto ne cantò i difetti e le contraddizioni, con quell’amore che non cela ma, al contrario, sottolinea quanto può e deve essere modificato: continuare nella retorica facile significa sottovalutare la portata politica del messaggio verdiano che, soprattutto in tempi tristi e complicati come quelli che stiamo vivendo, sarebbe invece molto importante.

Leggi il seguito di questo post »

, , , , , , , , , , , , ,

Lascia un commento

Il sibilo [Opera Rara – Il Salotto]

Il Sibilo - Cd CoverIl fatto che nel corso del XIX secolo i musicofili fossero “costretti” a suonare, vista l’ovvia assenza di qualsiasi supporto di riproduzione del suono registrato, li rendeva degli appassionati molto più attivi, colti e preparati di quanto non siamo noi oggi e la riprova è nella produzione, veramente notevole, di musiche da camera che nascevano per essere eseguite nei salotti delle abitazioni private, permettendo ai divi di potersi esibire nelle case dei nobili più influenti ma, soprattutto, consentendo a talentuosi dilettanti di poter mettere in mostra le loro qualità in esibizioni offerte a un pubblico selezionato. Una riprova dell’attenzione rivolta a questo genere di composizioni è nel quarto volume della serie Il Salotto edita da Opera Rara: il disco prende il suo titolo dalla rivista Il Sibilo che, edita a Napoli per due anni dal 1843 al 1845 (anno in cui venne fusa con Il Dagherrotipo) ebbe la particolarità di non parlare solo di arti e musica ma di stampare musica, offrendo ogni due settimane un’aria da camera stampata in una facciata singola di 27×18 cm. Lo scarso spazio disponibile limitò la pubblicazione ad ariette brevi. ma affascinanti, soprattutto barcarole o piccoli bozzetti musicali, per la composizione delle quali vennero scomodati non solo autori locali, ma anche grande protagonisti della storia dell’opera.

Leggi il seguito di questo post »

, , , , , , , , , , , ,

Lascia un commento

TuttoVerdi – Il trovatore

TrovatoreDVDCoverIl trovatore allestito nel 2010 al Teatro Regio di Parma fu uno di quegli spettacoli nati veramente sotto maligna stella, tanto che tutti avevamo dato tranquillamente per scontato che non avrebbe mai fatto parte del ciclo TuttoVerdi della CMajor, di cui invece forma il diciassettesimo volume (un numero capitato non a caso, considerando le sfortune di cui fu vittima quella produzione, sfortune comunque tutte ampiamente prevedibili). Otto erano le recite previste, per le quali erano stati scritturati vari interpreti per i ruoli principali ma una sola Azucena, Marianna Tarassova: l’esito interlocutorio di alcune prove aperte al pubblico antecedenti il debutto avrebbe dovuto consigliare l’allontanamento dell’artista, esposta invece (la sera della “prima”) a una furibonda contestazione, tanto da costringere la direzione artistica a un veloce cambio in corsa, affidando quattro delle restanti recite a Mzia Nioradze e le altre tre a Irina Mishura. Oltre a questo la sera della prima ci si mise la malattia di Claudio Sgura, sostituito a tambur battente da Leo Nucci nel ruolo del Conte di Luna, mentre la prevista Leonora delle prime quattro recite, Norma Fantini, abbandonò la produzione dopo la prima per ragioni di salute lasciando ben sette recite alla giovane Teresa Romano che, una sera, venne sostituita da Serena Farnocchia. In aggiunta a questo c’è da dire che Marcelo Álvarez (Manrico) era previsto solo per le prime tre recite, dato che nelle restanti cinque agiva Francesco Hong: come da questo balletto di cantanti e sostituzioni si sia riusciti a trarre fuori un dvd che, nel complesso, è di livello tecnico più che buono va ascritto al merito dello staff che ha sovrinteso alla registrazione. Dal punto di vista artistico il risultato è più interlocutorio: la direzione di Yuri Temirkanov non ripete il miracolo della personalissima Traviata del 2007, alternando momenti molto suggestivi ad altri francamente pesanti; il Manrico di Álvarez abbassa la “Pira”, gigioneggia alquanto ma ha un piglio guascone che non manca di convincere: personalmente non stravedo per questo tipo di interpretazione ma non nego che possa piacere.

Leggi il seguito di questo post »

, , ,

Lascia un commento

TuttoVerdi – Rigoletto

RigolettoDVDCoverCon il sedicesimo volume del ciclo TuttoVerdi della CMajor si entra nel terreno delle opere più amate e popolari di Verdi, quelle che (facendo un discorso più prosaico) possono vantare una discografia e una videografia decisamente cospicua, tale da rendere nullo il valore documentario di una nuova incisione chiamata a fronteggiare gli impegnativi confronti con i cofanetti vicini di scaffale. Nel caso del Rigoletto va comunque notato che la videografia del capolavoro verdiano non è poi così ricca quanto la popolarità dell’opera farebbe supporre ma, nonostante questo, la presente incisione in dvd non ha certo vita facile. Lo spettacolo, con regia di Stefano Vizioli e il recupero di alcune storiche scenografie di Pier Luigi Samaritani, è gradevole e interessante in alcune scelte non così scontate (come il trasferire tutto il grande blocco del I Atto, dal duetto Rigoletto – Gilda al “Caro nome” nell’interno della casa di Rigoletto) ma non lo definirei come particolarmente innovativo: la scena dell’orgia iniziale, ad esempio, è casta e poco inquietante come avviene 9 volte e tre quarti su 10 ma l’intero III Atto è discretamente suggestivo. Non male la direzione di Massimo Zanetti, che legge l’opera con discreta drammaticità senza però offrire una lettura veramente personale o in grado di reggere gli impegnativi confronti della storia del disco. Nel cast il solo Leo Nucci, con la sua collaudata incarnazione del buffone mantovano, esce vincitore dalla sfida del palcoscenico, mentre Francesco Demuro sfoggia una bellissimo timbro e un’affascinante presenza scenica, ma non ha affatto il fascino predatorio (vocale, prima ancora che attoriale) necessario al personaggio del Duca né la souplesse tecnica indispensabile per emergere dalla difficile “Parmi veder le lagrime”. Nino Machaidze, infine, fa veramente rabbia: in scena è sensazionale perché, oltre ad essere bellissima, è anche un’attrice molto brava e un’interprete che avrebbe un’idea originale, coinvolgente e nuova del personaggio di Gilda… purtroppo i limiti di una tecnica non completamente risolta scemano di molto le potenzialità espressive dell’artista, con il risultato di una Gilda con potenzialità notevole solo in parte espresse. Peccato. Nel complesso un Rigoletto di sufficiente livello, che a teatro si classificherebbe come una serata di normale routine, non così indimenticabile da giustificare l’imperitura meritoria di una ripresa in dvd.

(17 – continua)

Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia License.

, , ,

Lascia un commento