Miserere di Quaresima

Nella liturgia della Chiesa cattolica la Quaresima è un tempo di circa quaranta giorni che va dal Mercoledì delle Ceneri alla Pasqua, in ricordo dei quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto dopo il battesimo. Il numero di quaranta è fortemente simbolico, dato che richiama anche i quaranta giorni passati da Mosè sul monte Sinai, i quaranta giorni del diluvio universale ma anche i quaranta giorni tra la resurrezione di Gesù e l’Ascensione in cui Gesù ammaestrò i discepoli. Caratteristica principale della Quaresima è la sua dimensione penitenziale, espressa attraverso atti di digiuno, di preghiera e di conversione. Nel Medioevo durante il tempo di Quaresima erano vietati tutti gli spettacoli teatrali, ed ecco perché il colore liturgico di questo tempo religioso (il viola) è divenuto per tradizione un colore che porta sfortuna a teatro. Durante il XIX secolo le regole erano meno severe e, dopo le grandi Stagioni di Carnevale e d’autunno ma prima della Stagione di Primavera, trovava luogo una breve stagione di Quaresima al cui centro si ponevano spesso drammi oratoriali di soggetto biblico – veterotestamentario, tutti con la presenza di profeti, un ampio spazio dato alla coralità e allo scontro di popoli e culture differenti nonché uno stile severo con molte preghiere.

A metà tra l’oratorio e il melodramma, l’opera quaresimale fu una tradizione che, soprattutto al Teatro San Carlo di Napoli, produsse lavori di notevole ampiezza e bellezza, che saranno al centro dei prossimi quattro post “a tema” di Non solo Belcanto. Nel frattempo propongo l’ascolto di una bellissima composizione donizettiana particolarmente adatta al tema del periodo: il Miserere in re minore per soprano, baritono, orchestra e coro. Per il suo contenuto fortemente emotivo il canto del Miserere è uno dei più diffusi, dal punto di vista liturgico, nel periodo quaresimale. Non a caso Donizetti iniziò la stesura di questo Miserere il 4 aprile 1820, martedì di Pasqua, anche se la composizione venne terminata nel novembre (mese dei morti) dello stesso anno, questo almeno secondo la ricostruzione del musicologo István Máriássy, che ha permesso il recupero di questa musica così suggestiva e una relativa incisione del 1979 per l’etichetta ungherese Hungaroton.

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  1. #1 di icittadiniprimaditutto il 14 marzo 2012 - 10:46

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