Dizionario belliniano di Eduardo Rescigno

Il 3 novembre 1801 nasceva, a Catania, Vincenzo Bellini e un buon modo per ricordarlo è segnalare un bellissimo libro, edito da L’Epos, che, a cura di Eduardo Rescigno, propone un’analisi approfondita e appassionante della vita e delle opere del maestro catanese sotto forma di un agile dizionario. Questo Dizionario belliniano, oltre ad essere un oggetto molto bello e un libro prezioso, è l’ultimo di una serie di opere similari che Rescigno ha dedicato anche a Rossini, Verdi e Puccini; l’impostazione del volume, diviso in voci che comprendono tutte (ma proprio tutte) le opere del grande autore catanese, consente una consultazione agile e immediata all’appassionato come allo studioso. Compilare un dizionario “belliniano” significa gettare uno spaccato su un intero mondo (quello della produzione operistica dei primi trent’anni del XIX secolo) che emerge dalle oltre 500 pagine del libro con eccezionale vivezza e con estrema attenzione alle ultime acquisizioni musicologiche. Il volume si apre con un’utile Cronologia della breve vita belliniana, seguita dall’albero genealogico della famiglia Bellini e della famiglia Ferlito (Agata Ferlito fu la madre di Vincenzo) e, quindi, dal dizionario vero e proprio che costituisce la parte più ampia del libro, nel quale l’appassionato troverà anche il testo di tutte le arie da camera belliniane, a ognuna delle quali viene dedicato un lemma: non mancano nemmeno le voci dedicate ai grandi artisti che crearono le opere belliniane (come Giuditta Pasta, Giovan Battista Rubini, Antonio Tamburini, Henriette Méric-Lalande e Giulia Grisi) così come a quelli che resero celebre la musica di Bellini, come è il caso della mitica Maria Malibran. Sono presenti all’appello anche i colleghi compositori con cui Bellini si trovò a operare nell’agone operistico del suo tempo. I punti più imbarazzanti o, molto semplicemente, meno aulici e inclini a essere idealizzati della biografia belliniana sono affrontati senza evitare di far emergere i lati meno gradevoli del carattere del compositore (evidente nel lemma dedicato alla figura di Gaetano Donizetti, in cui le citazioni dalle lettere belliniane dipingono il catanese molto meno cortese e affabile del compositore bergamasco nel rapporto con i colleghi) e senza tacere il “revisionismo” di Francesco Florimo, che operò una vera e propria cura censoria sui documenti in suo possesso nell’obiettivo di preservare per i posteri un’immagine angelicata e irreale del grande amico.

Molto carina e divertente, poi, l’idea di trattare a lemma anche i nomi di tutti i personaggi delle opere belliniane; queste ultime invece vengono approfondite nella quarta sezione del volume, in cui per ogni lavoro vengono fornite esaurienti notizie storiche assieme agli utilissimi prospetti dei libretti, particolarmente preziosi nel caso di varianti alternative, come le due versioni dell’Adelson e Salvini, del Bianca e Fernando e soprattutto dei Puritani. Dove il volume rivela qualche limite (comunque perdonabile e di poco conto) è nella sezione dedicata alla Discografia belliniana, che non sembra aver goduto della stessa cura riservata alla Bibliografia, dato che mancano inspiegabilmente all’appello alcune recenti edizioni discografiche dei grandi capolavori del cigno di Catania. Più fornita, inevitabilmente, la Videografia ma, in questo caso, era scontato, dato che il boom delle videoregistrazioni e del dvd è avvenuto proprio negli ultimi anni, parallelamente al declino del cd. Nonostante questo trascurabile limite il libro si propone come un prezioso strumento di studio e approfondimento, in grado di soddisfare praticamente ogni curiosità “belliniana” e proponendosi come preziosissimo strumento per ogni appassionato di quel mondo affascinante che è l’opera lirica della prima metà del XIX secolo.

La quarta di copertina

L’universo storico e musicale di Vincenzo Bellini (1801-1835) e dell’Europa ottocentesca attorno a lui, descritto in forma di dizionario le cui voci colmano ogni curiosità su un compositore il cui ritratto è un minuzioso mosaico, le cui tessere portano il nome di amori, cibi, malattie, viaggi, cantanti, librettisti, teatri, compositori altri, impresari e semplici conoscenti, in una fitta rete di rimandi alle opere e alle loro alterne fortune. Con un ricco apparato bibliografico e video-discografico.

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  1. #1 di icittadiniprimaditutto il 3 novembre 2012 - 10:05

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

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