Archivio per la categoria Vincenzo Bellini
I Quadri di Bellini – 1 – La Sonnambula
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Biblioteca / Discoteca, De Ana Hugo, DVD, La sonnambula, Operisti dell'Ottocento, Parliamo di Regia, Vincenzo Bellini il 4 giugno 2011
Una delle opere più strane e affascinanti all’interno del parco catalogo belliniano è, indubbiamente, La Sonnambula: affascinante perché non si può non rimanere colpiti dalla sottile poesia che emana dalla sua musica, strana perché il libretto appare ai nostri smaliziati occhi contemporanei come discutibile, nel migliore dei casi, o come una sfilza di imperdonabili scemenze nobilitate dall’altezza della musica, nel peggiore. In realtà illustri studiosi (v. Bibliografia a fine pagina) hanno ormai da tempo sdoganato il capolavoro belliniano, ricostruendone con perizia il particolare e sfuggente clima espressivo in pagine interessanti e toccanti. Rimandando ai saggi indicati in Bibliografia per un discorso più approfondito provo a riassumere in poche righe: il libretto di Felice Romani venne tratto da La Somnambule ou L’arrivée d’un nouveau seigneur, un ballet-pantomime di Eugène Scribe e Pierre Aumer (1827) nonché da La Somnambule, comédie-vaudeville dello stesso Scribe e Germain Delavigne (1819) e, nell’attraversare le Alpi, il soggetto vide modificare radicalmente il proprio clima espressivo, anche grazie alla particolare poetica belliniana, immersa in evidenti richiami a modelli settecenteschi mescolati e rapide folate già pienamente romantiche. Bellini, prima di tutto, prende decisamente sul serio il libretto di Romani, in cui le connotazioni cittadine e piccanti (in una parola: borghesi) dei lavori di Scribe vengono dismesse in favore di un clima idillico e arcadico: l’atmosfera, soprattutto per quel che riguarda il coro, è quasi settecentesca nella bonaria e semplicistica descrizione della psicologia degli abitanti del villaggio, che ondeggiano tra sapidi tratti ironici e atmosfere in cui aleggia un delicato clima di mistero. Si tratta di un mondo perduto e, forse, mai esistito, contemplato con struggente nostalgia e in cui si innesta la figura dell’intellettuale Rodolfo, a metà tra il promeneur solitario e l’intellettuale illuminista, che spiega con razionalità ciò che la semplicità degli abitanti non riesce a capire, ovvero il sonnambulismo. Nulla turba troppo radicalmente questo delicato microclima e, tantomeno, non poteva farlo la scoperta che rendeva Amina figlia del Conte Rodolfo: nel rinunciare a questo snodo drammaturgico Bellini, volendo evitare la scena in sospetto d’incesto della protagonista sonnambula in camera del Conte, accentua quel clima nostalgico nei confronti di un mondo incontaminato descritto con una musica che Degrada felicemente definì “religiosa” (“religione del sentimento, degli affetti, della fraterna e partecipe comunità degli spiriti con il mondo dell’uomo e della natura”).
Tutti i libretti di Bellini
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in Biblioteca / Discoteca, Libri, Operisti dell'Ottocento, Vincenzo Bellini il 28 Maggio 2011
Come già fatto per Verdi e per Rossini dedico un post anche all’integrale dei libretti belliniani, edita nel 1997 dalla Newton & Compton Edizioni sempre a cura di Piero Mioli. Anche in questo caso, come per Rossini, il volume è fuori produzione, al momento, quindi l’unica speranza di reperirlo è tramite librerie specializzate e/o particolarmente ben fornite o spulciando tra le bancarelle grazie al solito “colpo di fortuna”.
Come per Verdi e Rossini vengono pubblicati tutti libretti delle opere belliniane in edizione integrale e corredata da esaurienti e approfondite note di introduzione, nonché da ampie Appendici ricche di varianti alternative e stralci dalle fonti letterarie alla base dei vari soggetti (è il caso della Zaira di Voltaire). Particolarmente interessante appare l’Appendice alla Sonnambula, in cui viene trascritto il testo dei frammenti musicati da Bellini dell’incompiuto Ernani, l’opera che avrebbe dovuto andare in scena accanto alla donizettiana Anna Bolena nella mitica stagione del Teatro Carcano di Milano del 1830 e il cui progetto abortì per essere convertito, appunto, nella Sonnambula (dei frammenti musicati di Ernani è stata peraltro realizzata un’incisione discografica a cura della Bongiovanni).
Particolarmente interessante anche l’Appendice ai Capuleti ed i Montecchi, in cui trova spazio l’intero finale del Giulietta e Romeo di Nicola Vaccaj (un’opera precedente il capolavoro del catanese e composta sempre su libretto di Felice Romani) la cui scena conclusiva venne così spesso sostituita a quella belliniana da essere indicata, nell’edizioni Ricordi tradizionale, come vero e proprio “Finale alternativo su musica di Nicola Vaccaj”.
I casi di opere con versioni alternative autografe ricevono trattamenti differenti nella pubblicazione: per il giovanile Adelson e Salvini è sembrato troppo complicato relegare le varianti in Appendice, quindi i libretti della I e II versione vengono editi l’uno di seguito all’altro, mentre per quel che riguarda le varianti di Bianca e Fernando esse vengono riportate in Appendice, pubblicando nel testo la versione originale del libretto (intitolata Bianca e Gernando).
Diverso è il caso dei Puritani, di cui viene pubblicato il libretto originario in versione integrale (comprensivo quindi del Terzetto “Se il destino a me t’invola” e del duetto “Da quel dì che ti mirai”) con la struttura delle due versioni note (Parigi – Grisi e Napoli – Malibran) indicata prima del testo e i frammenti variati per Napoli (tra cui la frase di Elvira “È vostra vittima” che sostituisce “Ella è spirante”) relegati in Appendice.
Come nelle altre pubblicazioni il volume è aperto da una nota biobibliografica ed è chiuso dai Ragguagli Librari; è del pari presente la rubrica discografica dedicata a ogni titolo, ovviamente aggiornata al 1997.
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Una Straniera (en attendant…)
Pubblicato da Gabriele Cesaretti in La straniera, Operisti dell'Ottocento, Vincenzo Bellini il 24 Maggio 2011
Un inusuale, ma bellissimo, ascolto come “introduzione musicale” dei prossimi tre post di Non solo Belcanto, che saranno dedicati alla segnalazione di Tutti i libretti di Bellini e alle regie belliniane di Hugo De Ana.
Raina Kabaivanska in una struggente interpretazione della scena finale di Alaide da La Straniera di Vincenzo Bellini, tratta da un suo recital vocale. La Sofia Philharmonic Orchestra è diretta da Maurizio Arena (1981)
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